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Roma
Case popolari, sistema di assegnazione ko: le domande non sono aggiornate

Il Campidoglio reinterpreta il regolamento regionale sulle case popolari: chi fa richiesta per un alloggio non può modificare e aggiornare la propria domanda anche se cambiano le condizioni di vita.

 

Penalizzati tutti coloro che dopo aver fatto domanda per una casa sono stati sfrattati oppure hanno perso il lavoro. La graduatoria non cambia perché il Comune di Roma non accetta correzioni o integrazioni alle domande di alloggio. A denunciare la situazione è l'Unione Inquilini, che racconta il paradosso della Capitale.

“Il risultato è che la graduatoria fotografa una città che non esiste più e che non tiene conto delle mutate condizioni di vita di quei cittadini che magari negli anni hanno visto peggiorare le proprie condizioni di vita”, spiega Fabrizio Ragucci.

La graduatoria si basa su un punteggio che il richiedente ottiene in base alla propria situazione personale e a quella della sua famiglia. Ma con domande non aggiornate, il rischio è che l'assegnamento segua logiche sbagliate. La semplificazione fatta in Campidoglio per non avere sulle scrivanie degli uffici competenti pile di aggiornamenti, manda così per aria tutto il sistema di assegnazione.

La legge, ricorda Unione Inquilini, prevede ben altro. Si tratta del Regolamento regionale n. 2 del 2000 che disciplina i bandi ERP dei comuni del Lazio: “Il bando è “aperto” e la graduatoria è SEMPRE provvisoria, per permettere appunto di conteggiare le eventuali nuove situazioni di disagio”, spiega Ragucci.

“Il trucco (illegale) del Comune di Roma è quello di aggiungere, ad ogni categoria citata dalle norme regionali, la dicitura 'al momento di presentazione della domanda'”.

Un paradosso che complica ulteriormente la situazione per coloro che fatto richiesta di alloggio: “La macchina del tempo del Campidoglio è capace di peggio: chiunque faccia domanda (anche oggi o tra cinque anni), è tenuto a documentare i redditi che aveva… nel 2012!”, sottolinea Ragucci. Il 2012 è infatti l'anno in cui il bando di assegnazione è stato pubblicato dal Comune di Roma.

Unione Inquilini sta valutando se presentare ricorso al TAR contro l'interpretazione fallace del bando ERP, che la segreteria dell'associazione ritiene “schizofrenica e del tutto irragionevole”.

A Roma, ricorda Ragucci, “ben il 37% delle domande presentate è stato dichiarato inammissibile spesso per banali errori di compilazione. Un dato che non si registra in alcun altra città in Italia”.

 

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