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Roma
Centrale del Latte, Parmalat restituisce le quote al Comune di Roma: è caos

Centrale del Latte Roma, sentenza della Cassazione probabilmente già scritta e in attesa di essere solo resa nota e Parmalat fa trapelare che restituirà le azioni al Comune di Roma.

Più che un'addio, Lactalis la multinazionale francese che controlla la Centrale del Latte di Casal Monastero, dopo aver “munto” i consumatori romani e preso atto che la sentenza della Suprema Corte ordinerà a gennaio la restituzione delle quote societarie al Comune, segnando una clamorosa sconfitta, si prepara a fare i bagagli e a trasformare la Centrale in una “patata bollente” per il Comune di Roma.

La vicenda diventa un giallo

Già, perché il Comune senza un atto formale, la Centrale non la può toccare, tantomeno proporre soluzioni temporanee visto che esiste un contenzioso col Campidoglio chiede 41 mln di euro più la rivalutazione per i dividendi agli azionisti pagati negli anni in cui la Centrale è stata controllata “indebitamente” da Parmalat con la sua quote. Insomma, il rischio che lo stabilimento possa essere congelato e con esso i 162 dipendenti e le entrate dei produttori dell'agro romano conferite ogni giorno, diventa allarme.

Un piano strategico che viene da lontano

L'operazione ritirata di Parmalat-Lactalis ha i contorni di un piano strategico messo a punto da tempo. La riprova è negli scaffali dei supermercati romani, dove i consumatori non si sono accorti del prezzo altissimo della filiera Centrale del latte. Dalla classica bottiglia da 1 litro, sino allo yogurth il prezzo medio al kg di prodotto made in Centrale de Latte è sempre più alto della media e, nel caso delle yogurth supera persino quello prodotto a Vipiteno di 22 centesimi al kg, un problema secondario visto che il brand Centrale del Latte non solo appartiene ai romani ma è da sempre sinonimo di grande qualità.

Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil: "Azienda, dipendenti e fornitori finiscono nel limbo"

Sulla decisione annunciata di Parmalat intervengono le organizzazioni sindacali e di categoria. Scrivono Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil : “La decisione di Parmalat di procedere alla riconsegna spontanea delle azioni è una scelta assolutamente sbagliata, frutto della mancata volontà delle parti di addivenire a soluzioni ponte capaci di assicurare continuità produttiva e salvaguardare il lavoro dell’intera filiera. Ci chiediamo ora quali siano i tempi della fuoriuscita di Parmalat da Centrale del Latte di Roma, chi gestirà l’azienda, chi pagherà gli stipendi ed il latte agli allevatori. Pretendiamo risposte chiare, fuori dall’ambiguità di comportamenti che finora auspicavamo dipendessero dalla necessità di trovare soluzioni extragiudiziali ed invece, fuori da ogni logica, hanno spinto Parmalat a “staccare la spina” nel peggior modo possibile.”

E ancora: “Una notizia drammatica e inaccettabile, che arriva come una doccia fredda, senza che vi sia stato il benché minimo confronto con il sindacato e nonostante fino a qualche giorno fa il management di Parmalat ci avesse fornito rassicurazioni circa la volontà di difendere i volumi produttivi e l’occupazione. Ci sentiamo profondamente delusi dal Comune di Roma e dalla stessa Parmalat, i cui comportamenti non hanno finora consentito di trovare soluzioni per difendere la ricchezza di un’eccellenza del settore del latte”.

E scatta il pressing sul Comune di Roma

“Per anni abbiamo sostenuto l’esigenza di un dialogo costruttivo che sanasse il passato senza compromettere il futuro di un’azienda sana che produce ricchezza per l’economia territoriale” proseguono Fai, Flai e Uila “ed invece la sentenza di aprile scorso, condannando la Parmalat alla restituzione delle azioni e di oltre 43 milioni di euro di dividendi, ha rigettato nel buio il futuro della Centrale del Latte di Roma e dei lavoratori. Nelle prossime ore, ci attiveremo con tutti i soggetti coinvolti per aprire un tavolo di crisi e, insieme ai lavoratori e alle strutture territoriali di Fai, Flai e Uila, metteremo in campo tutte le iniziative di lotta fino a quando non saranno chiare le reali intenzioni del Comune”.

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