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Roma
Colle Oppio, Meloni querela Raggi: “L'M5S teme di perdere a Ostia”

Non si tratta di riportare la legalità sul territorio di Roma, ma di giocare sporco prima delle elezioni ad Ostia. Secondo la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Maloni, la chiusura della sede del partito a Colle Oppio non è altro che una mossa politica del M5S in vista della chiamata alle urne, tant'è che la querela contro il sindaco Virginia Raggi è già partita.

 

Il blitz notturno dei vigili, tronchesi alla mano, è avvenuto alle 5 di mattina di martedì 31 ottobre e Fratelli d'Italia ha fatto sentire la propria voce contro la decisione capitolina.  
“Siccome domenica si vota a Ostia, e la pessima amministrazione della Raggi si ripercuote anche sulla campagna elettorale del decimo municipio, avendo paura di perdere perché noi di Fratelli d’Italia abbiamo una candidata molto capace, Monica Picca, un’insegnante che fa tremare i grillini, la Raggi ha pensato bene, a tre giorni dalla chiusura della campagna elettorale, di mettere i sigilli a questa sede, sostenendo che quella di Colle Oppio fosse uno degli esempi di affittopoli, cosa che non è” ha dichiarato Meloni ai microfoni di Radio 24. La leader di Fratelli d'Italia ha accusato Raggi di far politica per spacciatori, immigrati clandestini e sbandati, che sicuramente avrebbero occupato lo stabile se non fosse diventato presidio della destra.

A difesa della sede di Colle Oppio, nonostante i dissidi con la Meloni, si è schierato anche il presidente del Movimento nazionale Francesco Storace che ha scritto sul Giornale d'Italia: “La faziosità ce l'hanno per vizio, i grillini di governo. Siamo rimasti davvero a bocca aperta per quanto accaduto a Roma, contro un pezzo di storia nostra. I sigilli alla sezione di Colle Oppio proprio non ce li aspettavamo. Una squadra di vigili urbani mandati dalla Raggi nel cuore della notte per colpire un luogo che è vessillo, bandiera, scudo di una comunità che oggi si ritrova sotto le insegne di Fratelli d'Italia ma che ieri era An e soprattutto Msi - si legge - Sono note le nostre divergenze rispetto al movimento della Meloni, che subiamo senza riuscire a capirne le motivazioni reali. Ma questo non ci impedisce di esprimere solidarietà a Fdi contro un atto di volgare prepotenza istituzionale. E l'affitto non c'entra nulla. Perché altrimenti si sarebbero registrate le stesse azioni contro i centri sociali abusivi disseminati in tutta la città. Ma l'amministrazione non ha occhi verso la sinistra, guarda a destra e mena all'impazzata”. Riguardo alla faccenda dell'affitto non pagato, Storace ha precisato: “Quella convenzione è stata operativa fino al 1972, poi si andò avanti, secondo quanto ricostruisce chi ha avuto in gestione la sede in questi anni, versando un contributo minimo, simbolico. Il Comune chiese poi 990 euro mensili e i responsabili della sezione proposero un canone mensile di 250. Trattativa interrotta per responsabilità del Campidoglio, che non rispose mai. Di qui lo sgombero, come se fosse un covo di spacciatori, una palestra di violenti, un luogo assente dalla realtà sociale”.

I rappresentanti di Fratelli d'Italia hanno manifestato mercoledì 1 novembre davanti alla vecchia sede coi bollettini di pagamento alla mano, per dimostrare che non sussiste morosità.

Secondo sindaco e giunta, però, l'accordo col Comune non è stato rispettato: “Il contratto di concessione era scaduto dal 1972. Uno scandalo a cui abbiamo posto fine – scrive Raggi su Facebook - Era il 1959 quando il Comune di Roma stipulò una concessione con l'allora Sezione "Istria e Dalmazia" del Movimento Sociale Italiano. Seguì un rinnovo nel 1963 per nove anni. Dopo di che, dal 1972 fino alla scorsa notte, l'immobile è stato di fatto occupato”.

Una situazione che il sindaco pentastellato ha definito di “scempio gestionale” sottolineando come il patrimonio immobiliare romano sia la vera vittima di una “situazione incancrenita”.

 

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