Roma
Rivolta anti immigrati, scattano le manette. Blitz della Digos contro Casa Pound

La Digos della questura di Roma ha eseguito nove misure cautelari a carico di esponenti dell'associazione di estrema destra Casapound, misure emesse dal giudice per le indagini preliminari Giorgianni su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Albamonte. Sei gli ordini di custodia agli arresti domiciliari e tre obblighi di firma a carico di soggetti ritenuti responsabili di concorso in resistenza aggravata a pubblico ufficiale, nonché, a vario titolo, di lesioni a pubblico ufficiale, porto di oggetti ad offendere, nonché utilizzo di casco in occasione di manifestazioni in luogo pubblico.
Gli arrestati sono tutti ritenuti responsabili degli episodi di violenza verificatisi il 17 luglio scorso a casale San Nicola, in occasione del trasferimento di 19 cittadini extracomunitari presso un centro di accoglienza allestito in una ex scuola. In quell'occasione, nel quartiere a nord della Capitale, si verificarono violenti tafferugli che culminarono con sassaiola e proteste contro la polizia.
“Colpevoli di difendere l’Italia e gli italiani” ha commentato il leader di CasaPound Italia Gianluca Iannone. “Arresti liberticidi – sottolinea Iannone – che ancora una volta arrivano ‘casualmente’ nel momento in cui si aprono i giochi per la partita più importante per un Pd in enormi difficoltà, quella del voto per la Capitale”. “Qual è la colpa di CasaPound? Aver osato difendere le donne e gli anziani del quartiere dalle manganellate della polizia? – si chiede Iannone - Le innumerevoli immagini di quel giorno dimostrano senza ombra di dubbio quello che è accaduto: cittadini inermi a fare pacificamente blocco per non far passare i pullman e poliziotti pronti alla carica. Donne trascinate via a braccia per ordine di chi ha gestito ad arte l’ordine pubblico per provocare gli scontri. Cittadini terrorizzati da chi avrebbe dovuto difenderli e invece gli urlava in faccia 'Vi ammazziamo'. A Casale ci siamo schierati al fianco dei residenti sopra le cui teste sono state prese da Gabrielli, con ostinazione da dittatore, decisioni assurde. Abbiamo per tre mesi protestato pacificamente senza che il prefetto si degnasse nemmeno di ascoltare le rimostranze di chi si sarebbe poi trovato ad affrontare una vera e propria invasione di immigrati in un comprensorio dove abitano solo 250 famiglie. A Casale abbiamo difeso i diritti degli italiani, come facciamo ogni giorno nelle strade e nelle piazze di tutto il Paese. Se amare l'Italia e difenderla è un reato allora arrestateci tutti perché non ci fermeremo”.