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Roma
Coronavirus e mascherine follia, lo Stato compra al ribasso: parte da 50 cent

Coronavirus e mascherine in vendita a 50 centesimi: lo Stato modifica le gare d'appalto in corsa. Non più 2 euro come base di gara per le “chirurgiche” ma direttamente il prezzo imposto e cioè 50 centesimi, col rischio che i prossimi bandi vadano deserti e di mascherine neanche l'ombra.

Il Dpcm Fase 2 e la conseguente disposizione sul prezzo di vendita delle mascherine, genera il panico. Come succede alla società che fornisce i servizi al mondo dello Sport, la sport e Salute Spa che all'indomani del varo del decreto ha modificato le regole con le quali sino ad oggi aveva preceduto all'approvvigionamento delle mascherine. E così la procedura negoziata con la quale ha invitato i fornitori a inviare le offerte è cambiata dalla mattina alla sera: le chirurgiche che prima acquistava a base di gara di 2 euro, ora partono da 50 cent + iva e per i fornitori si apre un periodo difficilissimo.

Intanto perché il prezzo di fornitura si avvicina sempre di più al costo di fabbrica e ciò equivale a una distorsione del mercato, perché il margine di guadagno con le spese di spedizione e sdoganamento si è ridotto al minimo e apre la rischio che si possa creare una specie di mercato parallelo.

bando gara sort e salute
 

A denunciare il pericolo del prezzo imposto dal Governo per le mascherine e anche l'obbligatorietà all'uso sui luoghi di lavoro e negli spazi pubblici, è uno degli imprenditori che sinora ha agito seguendo regole etiche: nessun anticipo da parte dello Stato per le forniture e giusto compenso per un lavoro complesso e che prevede un'organizzazione onerosa per l'acquisto da parte dei fornitori di mezzo pianeta con la paura che il materiale pagato in anticipo non sia conforme e che finisca per essere giustamente bloccato alla Dogana.

“Sull'emergenza mascherine hanno speculato in tanti proponendo prezzi folli e guadagni folli soprattutto nella prima fase – racconta Mario F. da più di 20 anni importatore soprattutto dalla Cina di prodotti che in Italia non esistono – ma ora siamo passati all'opposto. Fare una gara al ribasso partendo dal prezzo di 50 cent è una follia perché significa esporre il nostro Paese al rischio di non trovare le mascherine. E' un po' come il prezzo del latte che viene pagato meno di quello che costa. Solo che in questo settore c'è il rischio o che le aziende italiane che si sono riconvertite siano destinate al fallimento, oppure che si apra un mercato parallelo con possibili infiltrazioni della malavita. Perché dobbiamo dirci la verità: in Italia le mascherine non si producevano perché il costo del lavoro e quello del trasporto rendevano più conveniente acquistarle in altri Paesi. Ma dalla speculazione al rialzo, passare a un prezzo insopportabile per chi le produce è una follia. Un'economia sana e equa impone una giusta remunerazione per chi lavora, così come le farmacie non possono acquistare e vendere allo stesso prezzo. Il rischio è che da qui a qualche giorno in Italia non si troveranno più mascherine”.

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