Coronavirus Roma, settembre da incubo: casi raddoppiati. Ma la Regione esulta
In un mese si è passati da 3285 a 7148 positivi nel Lazio, con un raddoppio delle persone ricoverate. Per l'assessore D'Amato però esistono solo buone notizie
Coronavirus, quello appena finito a Roma e nel Lazio è stato un mese da incubo: complici le vacanze estive, il numero dei positivi è più raddoppiato, passando dai 3285 del 1 settembre ai 7148 del 30. Un aumento record ed allarmante, soprattutto se accompagnato dall'impennata dei ricoverati in ospedale sia in ordinaria degenza che in terapia intensiva.
I numeri parlano chiaro: bollettini alla mano, mai si era verificato un incremento così. Lo Spallanzani, tramite il suo direttore sanitario Francesco Vaia, si è detto pronto ad aumentare i posti letto ai livelli del lockdown di inizio anno ma dalla Regione tutto tace. Nei giornalieri aggiornamenti dei casi che l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato dirama sono presenti solo buone notizie o congratulazioni per passi avanti fatti dall'Unità di Crisi regionale e mai una parola riguardo quali siano realmente i problemi che stanno facendo schizzare in aria i numeri, salvo fatto per i contagi di importazione.
Emblematico è il caso del bollettino del 30 settembre, l'ultimo del “mese nero” per la Regione Lazio da quando è iniziata l'emergenza Covid. D'Amato scrive: “Diminuiscono i casi con mille tamponi in più. Mantenere alta l’attenzione. Da giugno triplicato il tasso dei testati, dimezzata la letalità e mortalità inferiore quattro volte la media nazionale”. Neanche una parola sul mese con più contagi da inizio pandemia.
Ma se dietro l'aumento dei casi l'assessore può giustificarsi con il consistente aumento dei tamponi fatti (a settembre ne sono stati fatti in totale 295.565, quasi 10mila al giorno, contro i 167.561 di agosto), nulla spiega perché la Regione nei suoi quotidiani aggiornamenti settembrini non abbia parlato dell'aumento dei ricoverati, sia in ordinaria degenza che in terapia intensiva. Ad inizio mese di settembre i positivi ricoverati in ospedale erano 328, di cui solo 7 in terapia intensiva; trenta giorni dopo invece i numeri segnano 659 contagiati ricoverati e, soprattutto, 47 infetti. I pazienti “gravi” in quattro settimane si sono quintuplicati.
Qualora i casi continuassero ad aumentare come nel mese di settembre anche ad ottobre, bisognerà tornare alle disponibilità di posti letto come in pieno lockdown per soddisfare il fabbisogno regionale. Con l'ombra di un nuovo “chiudete tutto” sullo sfondo.
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