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Roma
Coronavirus, un libro lo aveva annunciato: la profezia scientifica 8 anni fa

di Patrizio J Macci

Sono tutti capaci di annunciare lo scoppio di una guerra ma nessuno è in grado di raccontare la vigilia di una guerra. Se la guerra si chiama Coronavirus e le prime parole con le quali è stato accolto nella Capitale.

Qui due turisti cinesi sono stati soccorsi da un’ambulanza in un albergo con operatori sanitari giustamente bardati come astronauti sono quelle che si possono sentire in un filmato catturato da uno smartphone destinato a passare alla storia: “Ecccallà semo fatti” e uno scrittore è riuscito a raccontarlo otto anni prima, allora è quasi una profezia.

L’annuncio di un nemico abile e inafferrabile come Zorro, Jack lo squartatore o Fantomas. Pericoloso, invisibile, inafferrabile. Non si parla di un volume con astrusi vaticini ma di un rigoroso manuale scientifico scritto da un giornalista che studia le epidemie da decine di anni. Un libro del prima, pubblicato in tempi insospettabili letto da chi scrive e da pochissimi curiosi-onnivori e addetti ai lavori nonostante sia scritto in un linguaggio semplice e accessibile a tutti.

Il volume ha un titolo difficile da digerire SPILLOVER ed è un tomo di oltre 600 pagine uscito per la prima volta nel 2012 in lingua inglese nel 2012 e poi nel 2014 portato in Italia da Roberto Calasso per l’Adelphi. Le vendite si sono attestate su numeri modesti, nel 2017 è uscita l’edizione in formato economico e dagli ultimi giorni di febbraio 2020 l’esplosione di vendite contestualmente all'emergenza sanitaria.

Mentre le librerie sono chiuse il più grande store on line (Amazon) promette l’arrivo a giorni, molto prima che finisca il periodo di clausura degli italiani quindi i tempi per leggerlo e per seguire il viaggio del protagonista David Quammen che parte dall’Australia per raccontarci il salto (ossia, appunto, lo spillover) da una specie all’altra dai pipistrelli ai cavalli di un virus ci sono tutti. Sono decine i virus che provano a fare il salto dall’animale all’uomo.

Molti ricorderanno il caso di Ebola passato probabilmente dalle scimmie all’uomo. Virus che provano a fare il salto facendo una scommessa azzardata perché spesso gli va male. Sono perdenti al gioco dell’evoluzione, che non riescono a tener duro e diventare endemici in qualche popolazione umana, ma quando ci riescono possono arrivare a causare pandemie. Come il Coronavirus.

Nel libro c’è anche la risposta alla domanda fatidica “COME ANDRA’ A FINIRE?”. Molto prima dell’arrivo della medicina dei Paesi tecnologicamente avanzati le popolazioni sono abituate a contenere queste malattie attraverso regole molto rigide di isolamento, ma il punto più intrigante del volume è quello dove l’autore si sofferma sull’invadenza dell’Uomo nei confronti dei territori inesplorati. Il consumo di territorio, la deforestazione e la globalizzazione mettono in contatto ecosistemi che dovrebbero stare separati.

Siamo noi con le nostre invasioni di campo che andiamo a svegliare il mostro che poi ad un certo punto, dopo aver fatto danni e molto prima che venga trovato un vaccino, se ne torna a dormire così come è arrivato. Fino al prossimo risveglio.

Spillover. L'evoluzione delle pandemie di di David Quammen. Adelphi editore

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