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Roma
Corsie preferenziali: la lezione a Giachetti

Fustigatori di mal costume, i "ragazzi" del blog che ha fatto fare il giro del mondo alle immagine del degrado di Roma, "Romafaschifo", stavolta se la prendono con Roberto Giachetti. Un affondo durissimo, condito di tecnicismi da esperti trasportisti sintetizzato così: "La smetta di dire cacchiate sulle corsie preferenziali".
Ecco come il blog demolisce l'idea di Giachetti di restituire mezz'ora di tempo ai romani: "Diciamolo, l'unica cosa bella che fino ad oggi è uscita dalla noiosissima e melensa campagna elettorale di Roberto Giachetti è la storia della mezz'ora. "Voglio restituire ai romani 30 minuti al giorno". Straordinario. Meno traffico, meno mezzi pubblici congestionati, meno ritardi. Ottima idea. Il punto però è come riuscire a fare questa cosa. Nuove soluzioni, innovazioni, best practices internazionali? Non sembra. L'unica "idea" che gira merita purtroppo le virgolette. Perché non si tratta di una idea, ma di un residuato bellico da campagna elettorale Anni Novanta: le corsie preferenziali ("non tutte, solo alcune eh", sia mai...) da videosorvegliare con una telecamera che faccia multe. Con l'aggiunta folkloristica, sempre ribadita da Giachetti, della famosa "striscia rossa". "Le corsie preferenziali dovranno avere una striscia rossa in modo tale che la gente sappia che c'è una telecamere che multa perché i cittadini non devono essere bancomat". Ora già questa idea che il cittadino che viene multato è un bancomat per l'amministrazione è francamente censurabile, populistica e demagogica, ma poi perché tutti questi riguardi e questi avvisi per il cittadino che viola le norme e fa infrazioni? Pensiamo a tutelare le persone che si comportano per bene piuttosto, no!?
Ma tornando nel merito: la videosorveglianza delle preferenziali non è un'innovazione manco un po' e, tra l'altro, è una promessa che i politici romani fanno da secoli; la segnaletica delle preferenziali la decide la legge (il Codice della Strada) e non Giachetti e si tratta di una segnaletica arancione, non rossa, ma il punto è completamente un altro: per abbattere realmente la velocità commerciali dei bus a Roma non basta mettere qualche telecamere e qualche striscia rossa (!?), ma bisogna pensare ad una nuova rete di preferenziali che oggi contano un numero di chilometri inferiore forse al numero di chilometri di cui sono dotate Brescia, Verona o Mestre. Occorre dunque pianificare con urgenza molte altre corsie preferenziali (non avendo paura di togliere posti auto e realizzare le corsie proprio al loro posto) e bisogna soprattutto proteggerle fisicamente: la videosorveglianza non è errata, anzi, ma è secondaria rispetto all'arredo urbano. Il disastro attuale delle preferenziali deriva anche e soprattutto dalla sciagurata e criminale scelta di Gianni Alemanno di togliere i cordoli nel 2009, da allora débacle totale. Occorre ripristinare i cordoli, queste sono le misure che davvero possono far risparmiare decine di minuti di vita ai cittadini. Guardate questa foto qua sotto: Viale Eritrea, auto parcheggiate illegalmente in tutto lo spazio disponibile sulla carreggiata e obbligo, per chi transita, di passare sulla preferenziale. Qui cosa cambia con la presenza di una telecamera salvo il rischio per molti di prendere una multa essendo costretti a fare una infrazione? Immaginatevi invece questa strada con un serio cordolo di preferenziale. Chiaro ora perché la videosorveglianza non basta e senza arredo urbano non serve?
Ovviamente, poi, per arrivare a regalare mezz'ora di vita al giorno a tutti (un regalo immenso) occorre anche molto altro: ciclabilità, aree pedonali, tram, metropolitane. Quanto alla videosorveglianza è un progetto - giusto, beninteso: da fare - talmente vecchio che basta rivolgersi a  Bologna e copiare le buone pratiche altrui.

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