Da La Sapienza al super selfie tra le stelle. Cropp, ecco il progetto che piace alla Nasa - Affaritaliani.it

Roma

Da La Sapienza al super selfie tra le stelle. Cropp, ecco il progetto che piace alla Nasa

Mille euro di premio ma soprattutto la possibilità di mettere il naso nei laboratori della Nasa a Cape Canaveral. Un sogno che è diventato realtà per un gruppo di nove studenti dell'Università La Sapienza appena tornati da un viaggio premio nel cuore del progetto aerospaziale americano. Andrea, Nicole, Virginia, Simone, Andrea, Gabriele, Giorgio, Valentina e Mohamed hanno presentato il loro progetto 'Coltures Risks Observation and Prevention Platform' e per una volta gli scienziati a stelle e strisce sono rimasti a guardare affascinati il genio tricolore.
Una visita non tradizionale come raccontano ad Affaritaliani.it i nove studenti appena tornati dall'America: “Abbiamo poi usufruito della visita estesa al Kennedy Space Center offertaci dalla NASA e potuto vedere da vicino l'edificio principale di assemblaggio dei lanciatori e la sala di controllo principale. Alcuni di noi hanno avuto la possibilità di rimanere in America qualche giorno in piu per un altro incontro sempre relativo al nostro progetto alla Florida University a Miami”.
Occhi stupiti davanti al vostro progetto?
“Sì, la piattaforma 'CROPP' ha l’obiettivo di sviluppare un sistema di monitoraggio e controllo dei principali parametri di salute di una coltivazione agricola, affiancando ai dati raccolti l'analisi di immagini satellitari per una previsione, a lungo termine e su una più vasta scala, dei futuri raccolti”.
Quindi una ricerca orientata ad applicazioni pratiche, non teoria...
“Abbiamo avuto modo di prendere contatti con diversi ricercatori della NASA, in particolare del JPL (il laboratorio nei pressi di Pasadena, in California, che ha portato l'uomo ai confini del sistema solare con il fly bye su Plutone). Come i ricercatori dell'ESA e dell'Università della Tuscia, tutti ci hanno dato diversi feedback che aiutano molto in questa fase di sviluppo del progetto.
Una possibile applicazione che ci è stata descritta e che ha molto interessato, ad esempio, è l'utilizzo del nostro sistema per calibrare i satelliti che effettueranno misure di umidità su scala globale. Il nostro sistema potrebbe essere utilizzato con sensori a terra che misurano l'umidità del terreno e che confrontano i propri dati con quelli provenienti dalla costellazione di satelliti SMAP della NASA per calibrare questi ultimi”.
Secchioni in Italia, in America invece qualcuno vi ha offerto un lavoro?
“Il nostro progetto è ancora in fase embrionale quindi non si può parlare di vere e proprie offerte, ma appunto di feedback positivi, consigli, che durante il viaggio lo staff della NASA e dell'università della Florida ci ha dato per aiutarci a realizzare la nostra idea che richiede ancora parecchio lavoro sul sistema di machine learning e di analisi dei sensori a terra”.
Il sogno americano continuerà?
“Abbiamo visitato diversi laboratori pertinenti allo sviluppo del nostro progetto in Americam, compreso il centro di Life Science del Kennedy Space Center, e siamo stati interessati soprattutto dalla disponibilità e quantità di strutture. L'ambiente che ci è stato mostrato durante le visite ci è parso molto stimolante in quanto siamo ancora studenti e il mondo della ricerca è ancora molto nuovo per noi. Sarebbe una bellissima opportunità per noi poter continuare a studiare negli USA magari con un dottorato”.
Il team di 9 studenti è composto da: Andrea Gallegati, Andrea Di Ruscio, Nicole Segala, Virginia Notaro, Simone La Fauci, Gabriele Angeletti, Giorgio Severi, Valentina Celani e Mohamed Elhariry, coordinati da Paolo Gaudenzi del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale.