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Roma
La guerra di Parco Azzurro, oasi attaccata dalla Ryder Cup: debiti e affarucci

La chiamano la piccola Olgiata: un'enclave di pochi ettari con villette al massimo di due piani e un immenso parco verde. In questo angolo di paradiso a 2 chilometri dal confine del Comune di Roma e compresso tra il Comune di Guidonia e quello di Fonte Nuova si gioca una faida condominiale che dura da 15 anni. Oggetto del contendere: le proprietà comuni (e i terreni) che i fondatori del Consorzio di avieri, Parco Azzurro, hanno lasciato in eredità ai proprietari dei lotti.

Chi abita qui lavora prevalentemente a Roma ed è un pendolare di lusso perché a due passi dal Raccordo Anulare vive in una specialissima oasi dove ci si sposta in auto al massimo a 30-40 all'ora e se non fosse per la Nomentana bis che ha tagliato il Parco in due e per i mostruosi tralicci che guastano lo skykline, sembrerebbe il luogo ideale dove vivere.

Il sogno di vivere tra prati e alberi finisce in tribunale

Eppure, anche l'Olgiatina è pervasa da un contenzioso tra residenti che è arrivato in Cassazione. Ai cartelli che riassumo la lite scomposta tra i proprietari dei lotti, negli ultimi giorni è iniziata una campagna di disinformazione porta a porta a colpi di volantini con tono minatorio tra le diverse anime e cordate che si contendono i beni comuni, terrorizzate soprattutto da ciò che si prepara nella collina di fronte, dove svetta la torre con tanto di bandiera del Golf Club Marco Simone, e cove fervono i preparativi per la Ryder Cup del 2023., Qui il Comune di Guidonia l'ha fatta grossa: nella furia di ospitare i golfisti milionari che dovrebbero arrivare da tutto il mondo, ha deciso di sacrificare Parco Azzurro, aprendo un vecchio cancello che permetterebbe di alleggerire un pezzo del traffico della scassatissima via Palombarese, attraversando appunto Parco Azzurro per raggiungere la via Nomentana verso Roma. Un by pass inutile che devasterebbe il Parco, aggiungendo ulteriore traffico alla Nomentana. E il Comune di Guidonia, ceco e sordo ad ogni appello ha fatto di più: si è persino fatto finanziare dalla Regione Lazio, attraverso l'Astral progetto e cantieri del by pass della vergogna. E così le cordate che si contendono un po' di terreni liberi e il vero business che è rappresentato dalla gestione dell'acqua per i giardini captata da un paio di pozzi che in estate vanno regolarmente in secca e dai servizi di guardiania del Parco, finiranno per fare la fine dei “polli di Renzo” di eco manzoniana.

Il business dei pozzi dell'acqua e della sicurezza

Dunque, business e debiti. Il business è la gestione degli spazi comuni, i debiti sono quelli lasciati dal primo consorzio che sono ricaduti inevitabilmente sui proprietari. E qui la letteratura si arricchisce con gli ultimi atti della faida del Parco che, se da una parte sogna di bloccare la cortesia ai golfisti, minacciando blocchi stradali per evitare una coda di auto tra villette e piante di alto fusto che incorniciano strade strette e curve a gomito, dall'altra vogliono mettere le mani su ciò che resta del patrimonio.

A conti fatti, tra “Primo grado”, appello e cassazione i “lottisti” hanno bruciato in cause migliaia di euro senza mai ottenere una sentenza chiara: ha ragione chi amministrava prima e accumulava debiti, o chi vorrebbe ricostituire un super condominio? Il Tribunale di Tivoli chiarezza non l'ha mai fatta ora il contenzioso finisce in Cassazione. Nel frattempo si organizzano riunioni di condominio fantasma con minacce a fornire i nominativi dei proprietari e controminacce da chi possiede virtualmente i pozzi dell'acqua irrigua e cerca a tutti i costi di recuperare denaro da presunti morosi.

L'oasi sacrificata per gli ambientalisti del golf

In questo scenario il Comune di Guidonia approfitta della lite tra i polli per concedere licenze edilizie, permessi a costruire e incassare migliaia di euro di Imu. Così chi alza la mattina e ha tempo libero, costituisce un'associazione e alimenta in tribunale la lite. E c'è persino chi ha proposto una secessione a due facce: via dal Comune di Guidonia perché se ne frega di Parco Azzurro e di un migliaio di residente e votanti e mai con Roma, perché la Capitale è un “casino”. Forse “sarebbe meglio con Fonte Nuova” ma anche no.

In questo scenario due le certezze: ogni volta che si alimenta la lite il valore degli immobili diminuisce e il colpo finale ai risparmi di una vita arriverà da una pallina da golf. C'era una volta un Parco dove si passeggiava senza l'incubo delle auto, con un colpo di mazza da golf diventerà una tangenziale.

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