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Roma
Delibera Marrazzo, Mario Adinolfi: “In azione i manganellatori arcobaleno”

La delibera del Partito Gay spedita ai sindaci per multare con i vigili urbani i casi di omotransfobia, scatena l'ira del presidente del Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi.

Scrive Adinolfi, dopo aver letto e studiato il documento pubblicato da Affaritaliani.it: "Dal Partito Gay di Fabrizio Marrazzo arriva una nuova puntata della caccia all’uomo neofascista che caratterizza ormai la lobby Lgbt. Non dimentico che quando nacque il Popolo della Famiglia fu proprio Marrazzo a chiederne le scioglimento d’imperio costruendo una folle assimilazione del nostro progetto politico al nazismo e all’antisemitismo, chiedendo dunque l’intervento della legge Mancino".

Delibera Marrazzo, Adinolfi: "Nel documento lo stesso tic tic totalitario"

Prosegue Adinolfi: Non a caso nel documento fatto emergere da Affaritaliani.it compare lo stesso tic totalitario, spostato al livello delle amministrazioni locali, cui vorrebbe persino assegnare un potere di comminare il “divieto di associazione”, ovviamente sempre nei confronti di realtà sgradite ai manganellatori arcobaleno. Quando ci presentammo alle elezioni politiche del 2018 sempre costoro provarono a intervenire presso il Viminale per impedire al nostro simbolo di arrivare sulle schede elettorali, affermando che la scritta “no gender nelle scuole” fosse la prova della nostra omofobia. E invece si è avuta solo la prova della loro tracotanza e della loro ossessione. Basta leggere il ddl Zan, d’altronde, per capire quanto la finalità di questi soggetti è trasformare gli Anni Venti del XXI secolo italiano in qualcosa di similare agli Anni Venti del XX secolo, con i drappi arcobaleno al posto delle camicie nere e i gay pride al posto della marcia su Roma. Il Popolo della Famiglia da anni denuncia questi comportamenti violenti e questa ossessione, ora provati per tabulas dal documento fatto emergere da Affari Italiani. Adesso rafforzeremo la nostra consapevolezza di essere la Nuova Resistenza contro il regime che il Partito Gay vorrebbe instaurare in tutte le amministrazioni locali. Quando una lobby potente si fa prepotente, prima o poi accade che il popolo si ribelli al giogo. Questo insopportabile conformismo che puzza di politicamente corretto verrà spazzato via dalla storia, come altre mode e altri totalitarismi: l’ideologia è destinata a perdere e a perdersi, perché scollegata da un Paese come l’Italia che di certo non è omofobo e sicuramente non sopporta gruppi e gruppuscoli che vogliono dominarla con l’intimidazione leguleia e le delibere amministrative insensate da partito discriminatore quale il Partito Gay ha dimostrato di essere".

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