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Roma
Donna avvenente di Roma nord sposa un trans. La polizia: “È un imbroglio”

Il Ministero stabilisce l'espulsione del trans brasiliano, la coppia fa ricorso.

 

Lei è un’avvenente italiana di Roma nord, che assiste bambini disabili e sieropositivi, classe 1974. Lui, classe ’72, un transessuale brasiliano che fa il sarto a domicilio. Sono marito e moglie dal 2008 ma per la questura di Roma, e il Ministero degli Interni, il matrimonio sarebbe un imbroglio per garantire il permesso di soggiorno al brasiliano.
Il ministero decreta l'espulsione dall'Italia per il transessuale ma la coppia fa ricorso e il caso finisce in Tribunale.
La storia è stata raccontata da Riccardo Corsetto su L'Unico.Quotidiano indipendente di Roma.
I due, almeno sulla carta, abitano in una notissima strada di Roma nord, in zona Cassia. Il quartiere è “bene”, ma da tempo è conosciuto anche per la presenza di una discreta comunità transessuale, non nuova alla cronaca, e che spacca l’opinione dei residenti.
A sentire i vicini, Marcelo (nome di fantasia del trans)  pare che il sarto non l’abbia mai fatto, ma svolga piuttosto lavori notturni, pure se è vero che spesso li fa a domicilio. Il matrimonio fila liscio fino al 2015, quando qualcuno in divisa bussa alla porta. Gli agenti devono verificare che la signora Sabrina (nome di fantasia) occupi effettivamente la casa coniugale. Chi la conosce la descrive sobria e avvenente, ma di lei in quella casa proprio non v’è traccia. La donna risulta in realtà domiciliata in un Comune della provincia di Roma, lungo le sponde del Tevere. Negli ultimi anni ha viaggiato molto all’estero, in luoghi esotici, per assistere persone bisognose. Marcelo giura che la moglie sia fuori appunto per motivi di lavoro.
I poliziotti sostengono che il “matrimonio non consumato”: così si legge nel rapporto alla Questura. Ovvero combinato per garantire il soggiorno del brasiliano in Italia con l’escamotage della coesione coniugale. Il Ministero degli Interni emana un decreto di allontanamento dal suolo nazionale. Il tempo concesso per lasciare l’Italia è di 15 giorni.

I precedenti

Un precedente era avvenuto nel 2014 nella provincia di Savona, quando i carabinieri avevano arrestato due persone durante le nozze tra un trans e una italiana residente a Bergamo: “prezzolata” secondo i giudici. Un altro precedente risale al 2012. Siamo a Rimini. In quel caso la decisione del Tribunale diede torto alla questura e giudicò legittimo il matrimonio.
Il sospetto è che nel caso di Roma nord, dietro le nozze non ci sia mercimonio né vero amore, ma solo filantropia. Il giudice lo stabilirà, perché la coppia si è opposta all’espulsione.
Il ricorso in Tribunale
I due, tramite un legale, hanno depositato ricorso contro Questura e Ministero degli Interni.
L’assenza di figli depone a sfavore della coppia, ma, per i ricorrenti, Sabrina sarebbe sterile a causa di un intervento chirurgico. I certificati sanitari lo proverebbero.
C’è una donna italiana, residente in Usa, che in udienza ha già testimoniato a favore dei coniugi, e almeno altre due persone sarebbero pronte a fare altrettanto.
Indagare con certezza l’autenticità di un sentimento non è mai cosa facile, ma a breve un giudice della I Sezione civile del Tribunale di Roma dovrà decidere comunque se Marcelo potrà restare in Italia o dovrà tornarsene in Brasile.

 

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