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Roma
Elezioni a Ostia, il Pd al banco di prova dichiara guerra a mafia e clan

di Diana Maltagliati

Ostia terra di nessuno. Un Municipio commissariato per 2 anni per mafia, con i clan del litorale che decidono chi debba o meno avere accesso alle case popolari.

 

Una palestra va a fuoco e la famiglia Spada – una delle più potenti della zona, coinvolta in arresti dove “associazione mafiosa” è la parola d'ordine – la riapre senza che nessuno batta ciglio. Il 5 novembre si vota per scegliere il nuovo presidente del X Municipio, ma il clima in campagna elettorale è teso e c'è un passato di cui disfarsi. Il nuovo candidato del Pd, Athos De Luca però affronta la situazione a testa alta, ricordando che gli errori di un singolo individuo (Andrea Tassone, il “minisindaco” di Ostia), non sono gli errori di tutto il gruppo.


Si sente nel Pd una volontà di rivalsa dopo il commissariamento? Perché è proprio lei la persona giusta per rilanciare i dem sul litorale romano?

Il Pd ha le carte in regola per presentarsi con la schiena dritta a queste consultazioni. A differenza di altri partiti che hanno fatto finta di niente, pur essendo stati coinvolti in questa vicenda giudiziaria, il Pd ha azzerato tutti i circoli, ha avuto 2 anni di commissariamento, ha rinnovato tutte le liste e c'è una nuova classe dirigente che si presenta all'appuntamento alle urne.
Perché sono la persona giusta? Perché in tempi non sospetti ho fatto molte battaglie sul territorio di Ostia, non sono estraneo a questo territorio. Molti residenti mi stimano, mi riconoscono e sono stati contenti della mia presenza.

Cosa manca agli altri candidati?

Ritengo i loro profili inadeguati ad affrontare una situazione difficile come quella che c'è a Ostia.
Sono tutti consiglieri che stavano anche nella passata consigliatura. A Ostia ci vogliono caratteristiche di competenza, di autorevolezza e anche una buona dose di coraggio per cambiare le cose. Altrimenti non saranno in grado di mutare situazioni che sono il frutto di incrostazioni di anni. Senza cambiamento non si possono creare nuove opportunità e dare le risposte alle aspettative dei giovani e di chi vive su questo territorio.

È quello che è successo in Campidoglio dopo la vittoria della Raggi?

Sicuramente per l'incapacità e per l'improvvisazione stiamo pagando tutti un prezzo altissimo nel Comune di Roma, quindi anche a Ostia. Erano state fatte tante promesse, ma non è stato fatto assolutamente nulla proprio per questa incapacità di governare. Fossimo stati in un paesino del Friuli dove tutto funziona, le cose sarebbero state diverse. Qui ci vuole una persona vaccinata rispetto a tante situazioni e collaudata.
Questa condizione inibisce anche il rilancio del turismo. Non a caso a Ostia non c'è nemmeno un albergo a 5 Stelle, non è al centro di nessuna attrazione che possa convogliare il turismo.

Se vincesse lei, cosa farebbe per rilanciare il turismo?

Un investimento su Ostia perché possa ospitare istituzioni come la sede distaccata dell'Onu di cui si parla tanto. Roma si affaccia sul Mediterraneo e potrebbe diventare la base dove discutere delle problematiche che riguardano i rapporti con il Sud del mondo.

In caso di vittoria, qual è la prima cosa che farebbe?

Abbattere l'ufficio tecnico che è una costruzione fatiscente, di nessun valore e sta sul lungomare. Lì darei spazio a una spiaggia libera accessibile anche ai disabili. Si tratta di un segnale di coerenza: va rimosso quello che sulla spiaggia non ci dovrebbe essere.

Il dissesto idrogeologico è uno dei problemi fondamentali di Ostia: come si deve intervenire?

Avremo un importante incontro la prossima settimana perché abbiamo fatto esaminare dall'Autorità di bacino e da Italia Sicura tutti i progetti fatti dal Consorzio di bonifica. I soldi ora ci sono, perché il governo ha destinato fondi proprio per risolvere il dissesto idrogeologico. Quando i progetti saranno definitivi, potranno essere subito realizzati.

Di cosa si tratta?

Manutenzioni straordinarie di tutto quello che già abbiamo: canali, fossi, idrovore... La risposta è rendere subito efficienti le infrastrutture che ci sono già, per convogliare le acque e mitigare i rischi. E poi bisogna fare un progetto a lungo termine e che possa mettere in sicurezza la zona. Ne abbiamo già depositato uno alla Regione che consisterebbe nel convogliare verso la pineta tutte le acque raccolte sotto il livello del mare. Oltre a risolvere il problema degli allagamenti, questo tutelerebbe la pineta dal rischio siccità, prevenendo incendi devastanti come quelli di questa estate.

A proposito di Castel Fusano: la devastazione è una responsabilità del Comune di Roma? Cosa avrebbe potuto fare un Municipio non commissariato?

Intanto qualcosa di più avrebbe potuto fare anche il commissario, che non si è esposto in nessun modo. Detto questo alla pineta di Ostia ci sono grandi responsabilità di Roma capitale che l'ha totalmente abbandonata. La videosorveglianza predisposta negli scorsi anni non ha avuto nessuna manutenzione, quindi non ha permesso interventi tempestivi. Poi non c'è stato nessun coordinamento, lo ha riconosciuto anche la Prefettura: c'è stata solo una grande confusione e disorganizzazione.

Nonostante gli interventi della Polizia esistono ancora dei clan potenti a Ostia. Cosa può fare il Municipio per contrastarli?

La Magistratura merita un plauso per l'azione che ha svolto e sta continuando a svolgere, però è evidente che l'azione della Magistratura è repressiva e va ad arginare situazioni che esistono. Manca il ruolo che dovrebbero svolgere le istituzioni e Roma Capitale. Il dramma di Ostia è stato che i Municipi sono stati sempre molto deboli, poco autorevoli e poco coraggiosi. Il compito del Municipio è quello di togliere dal degrado i quartieri di Ostia fornendo strutture soprattutto per i giovani, dando loro palestre, biblioteche, zone ricreative, zone di aggregazione, corsi professionali, teatri per appassionare i giovani e toglierli da una situazione di alienazione in cui si trovano e dare soprattutto risposte ai cittadini.
Se i cittadini si rivolgono al Municipio per risolvere i loro problemi e trovano fenomeni di corruzione, si rivolgono ad altre persone che sono ben felici di fidelizzarle e aumentare così il controllo sul territorio. Se non c'è coraggio, le istituzioni subiscono lo strapotere della malavita.

Dove troverebbe i fondi per le strutture per i giovani?

Ci sono molti beni pubblici abbandonati a loro stessi. L'ex colonia, per esempio, ospita la comunità di Sant'Egidio e delle persone che l'hanno occupata. Quella struttura potrebbe accogliere i progetti per i giovani.

Perché è importante che tutti vadano a votare?

Perché dopo tutto quello che è successo e 2 anni di commissariamento è fondamentale che ci sia una partecipazione dell'80-90%: questo significherebbe dare legittimità e forza a chi andrà a governare perché ha il sostegno di una grande parte della cittadinanza. Solo così si ha la forza di contrastare la criminalità. Sarebbe il modo giusto per dimostrare che i cittadini hanno il potere di accedere alle istituzioni. Con una scarsa partecipazione si farebbe un regalo alla mafia. Vorrebbe dire o che ai cittadini va bene come vanno le cose adesso oppure che sono così disillusi da non andare neppure a votare. In ogni caso chiunque vincesse con pochi voti sarebbe un presidente debole.

Cosa dovrebbe fare un “presidente forte”, invece?

Scendere a manifestare insieme ai suoi concittadini sotto le sedi del palazzo e del potere: ministeri, Regione... bisogna far valere i diritti dei residenti del X Municipio. Al momento Ostia viene un po' considerata una terra di nessuno: serve qualcuno che abbia un ruolo molto attivo. Bisogna darsi obbiettivi e scadenze e su questi pretendere l'azione per ridare speranza a questa comunità. Quando una comunità come questa perde la speranza è un guaio. Io penso di avere le caratteristiche che servono: è un'impresa difficile, ma conto di risvegliare il senso civico dei cittadini ridando loro la fiducia nelle istituzioni.

 

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