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Roma
Elezioni Lazio: Rocca presidente non è scontato: astenuti vero partito forte

Elezioni Lazio, tra sondaggi e confronti due certezze: 8 punti di differenza tra Rocca e D'Amato sono una percentuale tecnicamente recuperabile nelle due settimane che separano dal voto e che a fare la differenza saranno come sempre gli astenuti.

Dunque, gli astenuti: Una valanga in crescita, che alle Regionali del 2018 arrivò al 33,7% e alle Comunali di Roma (dove si elegge la maggior parte dei consiglieri regionali) del 2021 è cresciuta ancora per attestarsi al 48,54. Se il trend del non voto venisse confermato, allora sì che Francesco Rocca e Fratelli d'Italia che ha lanciato da tempo l'opa sulla coalizione imponendo il candidato e costruendo la campagna mediatica sul volto di “Giorgia Meloni per Francesco Rocca”, saranno problemi. Sondaggi e proiezioni confermano ancora l'adagio romano sul Conclave, “Chi entra Papa, esce Cardinale”, potrebbe abbattersi sulla vittoria “non più scontata” del centrodestra.

D'amato e la profezia elettorale: "Succederà come con Marrazzo"

E se n'è accorto persino il diretto concorrente Alessio D'Amato che ha twittato il suo entusiasmo scrivendo una profezia: “Così come accadde nel 2005 quando Piero Marrazzo vinse le elezioni regionali, avverto una forte aria di rimonta. Il risultato del voto nel Lazio sarà una sorpresa: gli elettori premieranno credibilità e concretezza, caratteristiche che ho dimostrato durante la lotta al Covid”. Strategia elettorale? Sicuramente, come quella di ignorare le notizie sulla Sanità romana le cui cronache si arricchiscono ogni giorno di fatto che segnano il punto più basso del sistema che dovrebbe garantire la salute dei cittadini e con i Pronto Soccorso sommersi da pazienti in attesa.

D'amato corteggia gli astenuti che simpatizzano per il centrodestra

D'Amato sorride e intanto copia a mani basse dal centrodestra. Nascono così nelle promesse due assessorati: quello al “Mare” e quello al “Made in Lazio”, uno ricorda il Governo l'altro la proposta della Confapi Lazio presentata a Rocca. Entrambe hanno come unico obiettivo quello di sorridere agli astenuti che potrebbero essere attratti dal centrodestra e strappare voti nell'unico, grande bacino contendibile.

Come per Michetti, una brava persona gettata nell'arena politica

E a “destra”? L'incubo è di trovarsi di nuovo di fronte ad un effetto Michetti. Lanciato con la fionda contro Gualtieri e persona capace e competente, Enrico Michetti si è misurato contro il sistema di potere consolidato del Pd romano con la consueta tecnica elettorale tanto cara a Fratelli d?italia che sceglie candidati seri ma poco conosciuti e affida il risultato solo ed esclusivamente al traino teorico della leader Giorgia Meloni, convinta che basta metterci la faccia per vincere. Michetti è andato benissimo al primo turno superando Gualtieri ma ha ceduto al ballottaggio, di fronte a fattori: la scarsa propensione del centrodestra ad andare al voto a distanza di due settimana, quella che i tecnici definiscono “pigrizia elettorale” e alla “macchina da guerra del Pd che conta sulle certezze dei militanti.

Chi sarà presidente lo decideranno gli astenuti

L'assenza del doppio turno, la crescita storia degli astenuti (alle Politiche del 2022 il 40% è rimasto a casa) la scarsa conoscenza del candidato Rocca, trasformano il voto di febbraio in una marmellata in cui i sondaggi sono quasi una “speranza di voto”. Sarà per questo che Francesco Rocca ha ribadito la sua “certezza sul sostegno della Meloni”, aggiungendo che “ci daràaccompagnamento e sostegno  per poter fare in modo che vengarestituita dignità ai suoi cittadini e al suo patrimonioculturale". Ma la cosa che preoccupa è lo stile di Rocca: mentre D'Amato ha già reso pubblico il suo programma, il centrodestra pare stia limando e rilimando le proposte mentre il candidato ha scelto un claim che fa sorridere: l'ascolto, come se un candidato poco conosciuto aprisse un call center per conoscere i problemi di una Regione dove disoccupazione, rifiuti e sanità fossero problemi non consolidati. Così' il potenziale vincitore, invece di cavalcare un'onda di consensi, gioca in difesa e il suo antagonista si mette le ali ai piedi per imparare a volare. Il rischio di una sorpresa è altissimo.

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