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Roma
Elezioni Roma 2021: altolà del Psi a Pd e M5S: “Basta nomi, ora i programmi”

“Alle Comunali di Roma ci saremo Eccome se ci saremo: con una lista del Garofano e forse anche un candidato che si giocherò la partita, perché il Psi non è morto e a livello locale gode di ottima salute. E con noi nessun patto di desistenza, perché Roma deve cambiare”.

Andrea Silvestrini, segretario della Federazione romana e dell'area Metropolitana del Psi, alza la voce in vista delle prossime elezioni. “Se quella che leggo sui giornali è la campagna elettorale per Roma 2021, siamo partito male, malissimo”.

Silvestrini che significa?

“Cerco di essere chiaro: “Vedo nomi, solo nomi e nessuna analisi feroce di quanto fatto negli ultimi anni e nessun tavolo pubblico per scrivere un programma. Il dibattito per ora è sterile, spero solo che si tratti di un effetto estate, ma voglio lanciare un appello al mondo della sinistra: se pensano di aprire il dibattito su Roma dopo le Regionali di settembre stanno sbagliando. La “partita Roma” deve partire subito, perché a settembre saremo travolti dai problemi e non c'è nessuna sbronza elettorale che possa far passare in secondo piano negozi chiusi, scuole che non si sa se apriranno e come, cassaintegrati, ripresa degli sfratti ed emergenza abitativa e poi rifiuti, rapporti con la Regione e un vero piano per il lavoro. Questa sinistra deve accantonare i tatticisimi e gettarsi a capofitto dei problemi. Se non sono stato sufficientemente chiaro, mi ripeto: il tema non è se il Pd e il Cinque Stelle arriveranno a un candidato unico al primo turno o se lo faranno al ballottaggio, il film di Roma è nelle soluzioni da condividere prima di mettersi a giocare col totonomi”.

E il Psi nel tatticismo che ruolo esercita?

“Quello di evitare tatticismi a tutti i costi. Noi vogliamo giocare a zona e non a uomo e soprattutto non vogliamo un allenatore calato dall'alto. E soprattutto non siamo disponibili a firmare cambiali in bianco che prevedano assurdi patti di “desistenza”.

psi roma silvestrini 03
 

Che intende per desistenza?

“Le rispondo sempre in maniera diretta: se una parte del Pd pensa di agevolare la ricandidatura di Raggi facendo finta di fare campagna elettorale, ecco, noi non ci stiamo. Prima i programmi condivisi, poi le alleanze, quindi i nomi”.

Eppure il Pd non più di qualche giorno fa sull'Avanti ha “aperto con il il segretario Casu una stagione di “amicizia con voi socialisti”. Già ci ripensa?

“L'amicizia è fuori di dubbio, noi siamo persone leali. Diverso è parlare di Roma. Non si può limitare il dibattito alla “sconfitta delle destre” perché altrimenti torniamo al principio della demonizzazione del nemico che il Pd usava in chiave anti-Berlusconi. Oggi l'anti non c'è più e ci vuole un “avanti” per chiarire se Raggi e il Movimento sono disponibili ad un'apertura sulle soluzioni o se preferiscono andare avanti coi social e con chi lo vuole fare, se da sola o in una coalizione chiara e con obiettivi chiari”.

Lei non ha paura delle Destre?

“Paura di chi strilla e basta? Can che abbaia non morde e la Destra che urla non è una Destra che si candida a governare. Lega e Fdi hanno un problema serio: sono a corto di idee e di uomini, per questo alzano sempre il tono dello scontro. Io non ci sto a litigare tutta la vita, preferisco fermare i neuroni sui problemi. Ad oggi Pd e Psi hanno quella cultura di governo che manca al Movimento di Grillo che sceglie di postare il dibattito sui sonetti invece che sui contenuti. E' il nostro vero vantaggio su quelle che i demonizzatori chiamano Destre e che io invece definisco avversari senza speranza”.

I sondaggi dicono il contrario e cioè che le destre a Roma avanzano e che le Sinistre a 5 Stelle fanno fatica...

“I sondaggi sono una cosa, il voto sui programmi è altra materia. E' come mescolare i desideri con i fatti. Il mal di pancia di Roma porta a desiderare un commissario, un uomo forte, un amministratore delegato al Campidoglio; noi proponiamo una buona politica con buone idee e sana esperienza”.

Noi, noi. Lo ripete come un mantra: ma quanto siete voi socialisti?

“Le sembrerà strano ma più di quanti lei possa pensare. E siamo il Psi, l'unica proposta di socialismo liberare che può attirare gli scontenti del Pd e del Movimento 5 Stelle. E anche i “centristi orfani” vedono in noi un faro. Si può essere di sinistra senza essere statalisti e burocrati nell'anima , coniugano libertà individuale presenza del pubblico nei settori strategici”.

Leggi l'intervista ad Andrea Casu su l'Avanti

 

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