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Roma
Esquilino, il dormitorio degli ultimi tra i rifiuti. Il fotoreportage choc

Vi proponiamo una serie di immagini tratte da un nostro fotoreportage realizzato in quello che è definito, da oltre un ventennio, il quartiere più multietnico di Roma: l’Esquilino.

 


Un rione in costante emergenza rifiuti (anche se, tale gravissima problematica, in un recente passato, è stata riscontrata anche in altre zone, che possiamo definire chic, come Prati e Trionfale).  Inoltre, la scorsa settimana, nel parco di Colle Oppio, una turista australiana è stata derubata, picchiata e violentata da una banda di rumeni. Ma ciò che più lascia pietrificati è il proliferare di senzatetto (specie in tale quartiere) dove la gravissima criticità è annosa e certamente indegna della capitale di un Paese che si crede civile. In tre ore ne abbiamo contati ben 39!

Come abbiamo notato molte persone rovistare fra i rifiuti, o compiere bisogni corporali in strada (anche in via Guglielmo Pepe, proprio innanzi al Teatro Ambra Jovinelli). Purtroppo le parole di Papa Francesco, in favore dei poveri, servono a ben poco; vedremo se il neosindaco Raggi riuscirà a compiere un miracolo. Come già riportato da Affaritaliani, giorni fa l’assessore comunale all’ambiente Paola Muraro ha incontrato il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti; si spera vivamente che la sinergia salvi presto la Capitale dal degrado.

Ma, intanto, invece di dare alloggio ad innumerevoli italiani e stranieri, il 29 settembre furono arrestati 16 membri di CasaPound Italia che tentavano di preservare l’occupazione a scopo abitativo di uno stabile in via del Colosseo 73 (al rione Monti). Si trattava di due famiglie evidentemente disagiate. “La Raggi - continuano a spiegare gli attivisti di CasaPound - aveva promesso di non fare sgomberi coatti, invece questo sgombero è stato attuato con inaudita violenza! Ci riferiamo ad una signora anziana, diabetica e con problemi di deambulazione e ad una famiglia comprendente un bambino disabile”.

Il presidente nazionale di CPI, Gianluca Iannone, ha dichiarato: “L’arresto di Simone Di Stefano e degli altri nostri militanti è stato un gesto arrogante e intimidatorio nei confronti di chi, in maniera peraltro del tutto pacifica, stava difendendo i diritti calpestati di italiani in difficoltà. La signora Laura e la famiglia di Massimo sono stati abbandonati da tutti: non un assessore, un consigliere comunale, un funzionario dell’amministrazione hanno speso una parola per loro. Sono stati prima ignorati, poi ingannati, quindi perfino malmenati e arrestati da chi è istituzionalmente preposto a tutelarli. Viene da chiedersi cosa sarebbe successo se al loro posto ci fossero state due famiglie di immigrati”.

Oggi, il vicepresidente nazionale, Simone Di Stefano, si trova ancora agli arresti domiciliari. Dal 2003 questa associazione si batte invano per il “Mutuo Sociale”. Ma anche “Action” è sensibile alla terribile emergenza abitativa capitolina, ed il nostro fotoreportage comincia proprio dall’occupazione dello stabile che ospitava la direzione generale dell’INPDAP, in via Santa Croce in Gerusalemme 55.

Infine, teniamo a sottolineare l’atavica incuria in cui versa il giardino dove sorge l’obelisco dedicato agli Eroi di Dogali (in viale Luigi Einaudi, nel centralissimo rione di Castro Pretorio), utilizzato come dormitorio e bagno a cielo aperto, per lo sdegno di residenti e turisti e per la disperazione dei commercianti.

Carlo Infante

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