A- A+
Roma
Estate 2019, eleganza in costume: addio nudo. Campri porta l'alta moda al mare

 

di Tiziana Galli

Estate, vacanze e mare 2019: il costume diventa sempre più piccolo ma d'autore. Ed estremamente elegante.

 

Questa è la sintesi stilistica della “Monica Campri Beach Couture” la linea di costumi sartoriali che studia la geometria per sfidare il peso della gravità. Parmense naturalizzata a Roma la designer Monica Campri non cede a compromessi e produce un beach wear di alta gamma: per molti ma decisamente non per tutti. Non le interessa la produzione di massa: sta vivendo il suo sogno creativo e intende portarlo avanti con un profilo alto e senza compromessi. Una scelta coraggiosa quella della designer che affronta il mercato in un momento storico in cui la ricerca della qualità è sorpassata dalla ricerca del risparmio, il concetto di eleganza è andato perso tra le maglie della storia, la nudità è diventato pretesto di ostentazione e non si è più capaci di distinguere tra essenza e apparenza. 

 

“Mi sono avvicinata al beach-wear perché una volta cresciuti i miei figli avevo voglia di dedicarmi a qualcosa di creativo”, racconta la designer, ”erroneamente ho pensato che i costumi fossero un ottimo inizio perché facilmente realizzabili. Mi sbagliavo”! E’ iniziata così l’avventura imprenditoriale di una donna abituata alla Bellezza per DNA e kow-how.

Come si dà inizio a un’impresa di questo tipo?

“Andando alle fiere. E poi naturalmente disegnando e frequentando laboratori, tra conoscenze e casualità. Io mi sono accorta che più andavo avanti e più questo mondo mi veniva incontro”.

Quanto le costa realizzare un pezzo?

“Impossibile definirlo: inficia sia il tessuto che la manodopera ed io non scelgo mai in funzione del prezzo ma del mio senso estetico”.

Come si naviga oggi, dal punto di vista imprenditoriale, in un settore commerciale come quello dei costumi, decisamente poco compreso dagli acquirenti e sovrastato dai colossi del mercato che dettano legge e imbarbariscono il gusto?

“Effettivamente l’attuale proposta del mercato fa si che buyer e negozianti si aspettino di comprare i costumi a prezzi bassissimi e l’offerta pullula di brand dal gusto piuttosto cheap. Il fatto è che quando siamo in costume da bagno abbiamo solo quello indosso, quindi deve essere perfetto; non c’è spazio per l’approssimazione. La cliente alla quale io mi rivolgo sa riconoscere la qualità, sa che i miei articoli sono sartoriali e a volte hanno anche delle imprecisioni, ma sa che queste fanno parte della bellezza del pezzo unico. A me, infondo, non interessa vendere a tutti”.

Esistono modelli che stanno bene a chiunque?

“Sicuramente quelli scollati, ma non tutti i modelli sono adatti a ogni donna. Anche quando faccio degli shooting fotografici con modelle perfette mi accorgo che non esistono modelli universali. Ogni donna ha la propria fisicità e questa va assecondata e valorizzata.Quella che sembra solo estetica in realtà è geometria pura. La riuscita di un costume è una questione di tessuto e di punti di trazione delle forme e della stoffa: tutto si gioca negli equilibri degli opposti. Ovviamente anche il taglio è importante, ma la differenza la fa il tessuto. Io utilizzo stoffe che hanno almeno il 28% di elastam ed è come se mille mani tenessero il capo fermo: hai addosso qualcosa di estremamente elasticizzato e  l’indumento non si allenta di una virgola. Molte donne, quando sono in costume,  sono convinte che il loro problema sia la cellulite. No, non è la cellulite che guasta la linea, ma la piegaccia o i bozzetti dell’indumento dovuti a cuciture malfatte. I miei capi sono tutti doppiati e la vestibilità ne guadagna totalmente”.

Dove compra i tessuti?

“Compro tutto in Italia, il mio è un prodotto al 100% italiano”.

Un modello evergreen?

“Il costume intero. Io ne faccio molti perché sono eleganti, più sofisticati e consentono di giocare maggiormente con le forme. Mi piace l’idea di un ritorno all’eleganza: non mi piace quando c’è troppa carne a vista e mi viene sempre in mente mia madre che diceva che quando guardi in spiaggia vedi cento donne, ma la sera ti ricordi solo di quelle che hai visto con il costume intero”.

Un consiglio per conservare i costumi al meglio da un anno all’altro?

“Non vanno mai riposti umidi nel cassetto o nella busta di plastica: l’umidità distrugge l’elastico. L’ideale è farli asciugare all’ombra in una zona ventilata, senza farli seccare al sole”.

Dove vende?

“Nelle fiere, nelle boutique degli alberghi di lusso e con l’e-commerce, anche se a me piace avere un rapporto diretto con il cliente. A una distribuzione più capillare e strutturata stiamo ancora lavorando”.

Iscriviti alla newsletter
Tags:
costumieleganzaestate 2019maremodamonica camprinudoromaspiaggiatiziana galli






Il mondo al contrario: ecco il libro nato da una fiction. Lo firma Cammerata

Il mondo al contrario: ecco il libro nato da una fiction. Lo firma Cammerata


Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.