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Roma
Fase 2: 9 mila mascherine al giorno. Produzione e stampa nel cuore di Acilia

di Claudio Roma

Novemila mascherine in tnt al giorno, prodotte e vendute a prezzi sostenibili: una storica azienda di Acilia sfida l'emergenza Coronavirus, il blocco delle attività e la crisi che minaccia il lavoro dei suoi dipendenti. Condotta da due generazioni dalla famiglia Biancavilla, nel giro di due mesi riconverte una parte della produzione e si adatta alle nuove esigenze.

L’azienda DB Ingegneria dell'immagine, fondata da Ferdinando Biancavilla nel 1988, dà lavoro a sessanta persone, di cui il trenta per cento laureati; era nata in un piccolo locale alla Garbatella di qualche centinaio di metri quadri, oggi, ne occupa diecimila, con il suo stabilimento nella zona sud est di Roma.

In quesi mezzo secolo di vita ha attraversato almeno due rivoluzioni tecnologiche e altrettante crisi economiche del nostro Paese passando dalla serigrafia al digitale. Se avete avuto un telefono a disco in casa o un contatore dell'energia elettrica di prima generazione sappiate che ci sono ottime probabilità che il quadrante era opera dei suoi artigiani. Adesso è arrivata la terza crisi, quella del Coronavirus, ma lei ha indossato la mascherina e si è preparata ad affrontare l’ennesima trasformazione. Anzi le mascherine le produce.

Nel corso tempo, le aziende del polo industriale di Acilia erano arrivate a novanta unità, ora ne sono rimaste sessantacinque ma sono combattive e motivate. La parola chiave è resilienza, la capacità di assorbire un trauma e trasformarlo in una opportunità. Dalla segnaletica ai decori interni, dai materiali di comunicazione agli allestimenti esterni speciali messi in opera da installatori acrobatici e realizzati in tempi ridottissimi. “La livrea degli aerei dell’Alitalia negli anni Novanta, per esempio, è uscita dai nostri stabilimenti” sospira Ferdinando Biancavilla, "possiamo dire di essere riusciti a volare trasformando sogni e progetti in realtà. Ora la situazione è molto preoccupante ma le aziende possono farcela se riescono a trasformare questa crisi in opportunità. Nel 2021 la nostra azienda compirà mezzo secolo, con bilanci chiusi sempre in attivo. Questa è stata la prima volta che si è dovuti ricorrere alla cassa integrazione, abbiamo pagato fino all’ultimo centesimo di tasse, stipendi e contributi. Il nostro azionista di maggioranza è quindi lo Stato. Ora ci aspettiamo che almeno una piccola parte ci venga resa come doveroso risarcimento dei danni che stiamo subendo”.

Nel frattempo, però, il lavoro va avanti anche se a regime ridotto; dall'annuncio del lockdown il lavoro si è praticamente fermato.

Lo stabilimento, di fronte alla necessità di approvvigionarsi di mascherine per i suoi sessanta dipendenti, ha pensato bene di studiarne la composizione e la possibilità di realizzarle. Dopo due mesi dall’esplosione della crisi ne produce circa novemila al giorno in “tessuto non tessuto” a prezzi sostenibili. Realizzate e brandizzate in loco con disegni, bandiere nazionali, animali e loghi. A ciascuno la sua mascherina. Nel futuro dell’azienda la produzione di questo prodotto e di altri progettati per la sicurezza, rimarrà sempre e comunque presente, ma la speranza è di tornare a pieno regime. Perché la DB Ingegneria dell'Immagine è una vera e propria città della stampa dove si può praticamente stampare su qualsiasi tipo di superficie e con ogni tipo di tecnologia. Per certi aspetti, nonostante la capacità iper tecnologia, questa azienda ricorda la bottega cinquecentesca dei pittori romani dove l’artista produceva i colori da solo, preparava le tele, oppure veniva chiamato dai suoi committenti per decorare o affrescare ambienti interi, appartamenti, chiese e residenze papali. I segreti della loro arte li rendeva preziosissimi in Italia e all’estero. L’ingegneria dell’immagine nasce con loro e arriva alle mascherine che in questa drammatica emergenza contribuiscono a salvaguardare la nostra salute.

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