Roma
Fiumicino, case Ater a pezzi: “Il Comune non vuole sfrattare gli abusivi”
Unione Inquilini: “Il Comune non vuole sfrattare gli abusivi perché non sa dove mandarli”
di Diana Maltagliati
A Fiumicino le case Ater cadono a pezzi. Muri scrostati, cornicioni pericolanti, infiltrazioni dai tetti e riscaldamenti spenti da anni. I residenti delle case popolari chiedono a gran voce lavori di manutenzione che sembrano non arrivare mai.
Nel comprensorio di via delle Ombrine abitano decine di famiglie che si sentono abbandonate dalle amministrazioni.
“Ci sono gli anziani e i bambini, non si può vivere così”, si lamenta Massimo S., che abita in un piccolo appartamento a piano terra da ormai 15 anni. Un decennio fa, racconta ad Affaritaliani, la situazione era migliore, ma poi è iniziato un lento e inesorabile declino. Insieme a lui vivono la figlia minorenne, che frequenta le elementari, un cagnolino e due gatti. “Senza gli animali non saprei come fare a tenere i topi lontani da casa... sono bestie enormi, escono dalle griglie alla base dei palazzi. Ma i topi ci sono sempre stati, siamo abituati a conviverci, solo che abbiamo paura delle malattie”.
Un problema che nella stagione calda aumenta, visto che i bambini dei 240 alloggi sono tanti e i genitori li lasciano giocare e correre intorno ai palazzi, la sera. Oltre agli animali, però, la paura è che i piccoli possano rimanere feriti a causa della caduta dei pezzi di intonaco dai palazzoni.
“Tempo fa hanno sistemato uno dei palazzi, ma ci hanno detto che non avevano i soldi per mettere in sicurezza anche gli altri. Allora hanno fatto cadere apposta tutte le parti pericolanti, in modo che non si staccassero per pioggia e vento, poi hanno lasciato tutto così e se ne sono andati”, spiega Massimo S. indicando uno degli stabili, completamente ristrutturato. “Ma non creda che lì ora le cose vadano bene – aggiunge - Non hanno isolato il tetto, ci piove comunque dentro, quindi tra poco incominceranno di nuovo a saltare via pezzi di muro”.
E se guardando verso l'alto la situazione ricorda quella del dopoguerra, come se il comprensorio fosse stato bombardato, a terra le mattonelle sono irregolari per colpa delle radici degli alberi e dei cedimenti delle fogne. In alcuni punti del comprensorio, i buchi sono così grossi da dover essere coperti con assi di legno per evitare gravi incidenti. Davanti alla casa di Massimo S. le voragini sono 3 e seguono la linea dei tombini. Quando gli scarichi si bloccano a casa sua, i vicini della casa affianco sanno che nel giro di poche ore anche loro avranno il gabinetto inagibile.
“Il problema delle fogne è enorme. Sotto ogni palazzo ci sono cantine completamente allagate e tutta quanta la fognatura sta sprofondando. Ho chiesto più volte di metterli in sicurezza”, spiega Manuela Isopo, da 3 anni responsabile di Unione Inquilini sul territorio.
Il nodo che blocca tutta la macchina amministrativa è la carenza di fondi, ma secondo Unione Inquilini il problema più grosso è quello della mancanza di volontà politica: “È vero che i soldi sono pochi, ma qui a Fiumicino ci sono molti inquilini che vorrebbero regolarizzare la propria posizione debitoria, ma non sono mai riusciti in questi anni perché gli sportelli li mandano da un ufficio all'altro. È un dato importante che Ater non ha mai sfruttato. Ci sono poi molti locali a serranda chiusa e quello è un danno erariale, perché non vengono fatti fruttare. Quegli spazi ce li hanno persone che oltre a tenerli chiusi, nemmeno stanno pagando”.
La piaga degli abusivi e di chi ha diritto a una casa popolare, ma non paga l'affitto, ovviamente, colpisce anche Fiumicino, ma secondo Isopo una grossa fetta di responsabilità è comunale: “Non si riesce a ritornare in possesso di quei locali perché nel momento in cui Ater produce le lettere di sfratto a persone che sono morose e non hanno il diritto di restare lì, il Comune di Fiumicino non firma i mandati. Questo perché, una volta uscite dalle case popolari, queste persone diventano un problema sociale che il Comune non ha i soldi per affrontare. É un cane che si morde la coda, non si può continuare a ragionare così”.
Lo scorso inverno, per combattere i morosi, Ater ha staccato la caldaia centralizzata. Centinaia di persone sono rimaste al freddo, mentre a 23 famiglie, risultate le uniche su 240 alloggi a pagare regolarmente l'affitto, è stato montato un condizionatore. Unione Inquilini ha allora contattato Ater, per formare un polo di tecnici e controllare che l'elenco redatto fosse completo. Ad oggi sono una 50ina-60ina i nuclei di via delle Ombrine a risultare puntuali col pagamento dell'affitto.
Queste famiglie, più delle altre, stanno lottando per ottenere la ristrutturazione del complesso residenziale. Per farlo, hanno cercato di rivolgersi all'ufficio Ater aperto dalla giunta Montino all'interno del Comune, ma sono poi tornate all'Unione Inquilini senza aver risolto nulla.
“La figura che hanno posto nell'ufficio del Comune è solamente politica, non serve a niente – si lamenta Isopo – chi chiede di regolarizzare la propria situazione debitoria con Ater si è rivolto a lui senza successo: dopo un anno, nonostante tutta la documentazione fosse in regola, non si è mosso nulla. Prima l'ufficio Ater apriva agli utenti una volta a settimana, ora apre una volta ogni 2 settimane”.
E se un problema di fondi c'è davvero, Unione Inquilini si chiede come mai sia fallita la richiesta presentata al Ministero delle Infrastrutture per il Piano Casa del ministro Lupi: “Per Fiumicino abbiamo chiesto un importo di quasi un milione di euro, ma ci è stato bocciato. Ci sono stati concessi solo 15mila euro da destinare alla Zona Villaggio Azzurro. Io da tempo ho chiesto di sapere chi abbia visionato il progetto presentato, chi lo abbia firmato e chi lo abbia redatto, perché tutti gli altri comuni sono riusciti a rientrare nel finanziamento, mentre Fiumicino ne è praticamente rimasto fuori. Qui o siamo in mano all'incompetenza, oppure qualcosa non torna”, conclude Isopo.