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Roma
Gabriele Paolini si "ritira". Il disturbatore tv in prova ai servizi sociali

Gabriele Paolini si ritira. Il tribunale di sorveglianza concede, in prova, i servizi sociali: il disturbatore tv mette la testa a posto e cerca il riscatto dopo anni di ribalta.

 

Dal 10 marzo scorso Paolini è infatti impegnato con l'associazione "Terra vivente", che si occupa della salvaguardia dell'ambiente, e come promotore sociale nel suo Municipio di residenza. A dargli fiducia, anche sulla base delle relazioni dell'assistente sociale e da chi per ragioni cliniche ne monitora ogni giorno "la personalità narcisistica e l'immaturità strutturale", è stato il tribunale di sorveglianza di Roma. Per i giudici, Paolini, dal 2014 a oggi, sta portando avanti "un buon percorso terapeutico", essendo riuscito ad avere "una consapevolezza dei propri punti critici e una maggiore coscienza dei comportamenti esibizionistici". Il disturbatore televisivo è quindi stato affidato in prova ai servizi sociali in relazione alla pena residua di 2 anni, cinque mesi e 15 giorni di reclusione. Un "bottino"  frutto di condanne accumulate nel corso del tempo per disturbo alle persone, diffamazione a mezzo stampa, ingiuria, interruzione di pubblico servizio, tentata estorsione e calunnia.

Nell'ordinanza, il presidente Alessandro Giordano e il giudice estensore Maria Raffaella Falcone scrivono che da un lato Paolini "ha riconosciuto le proprie condotte illecite", dall'altro ha manifestato un interesse crescente "verso tematiche sociali positive", tanto da rendere "sensibilmente ridotto il rischio di recidiva di condotte di vita devianti a tutela della collettivita'".Le stesse informative di Pubblica Sicurezza - sottolinea il tribunale di sorveglianza - escludono che a carico di Paolini ci siano "elementi attestanti una attuale e significativa pericolosita'".

"Ringrazio Dio e mio padre, che dall'alto mi protegge - ha commentato l'ormai ex sabotatore televisivo -, della possibilità che mi è stata data di integrarmi nella società con maggiore criterio e disciplina. Sono a totale disposizione della sindaca Raggi e del Municipio IV. Sono stato affidato ai servizi sociali a patto di non violare neppure una delle dodici prescrizioni imposte dal tribunale. È dura ma lo voglio fare per mio padre, con il quale negli ultimi anni sono riuscito a recuperare un rapporto che è sempre stato conflittuale sin dall'infanzia, e per mia madre che costituisce per me un punto di riferimento essenziale".

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