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Roma
Gemellini prigionieri in Inghilterra: dimenticati dall'Italia: "Aiutateci"
I gemelli Noah e Sirine prigionieri in Inghilterra

Dall'appello dello scorso 15 gennaio nulla è mutato: i due gemellini di mamma e papà italiani nati in Inghilterra sono ancora prigionieri della burocrazia inglese che nega il diritto a spostarsi da Manchester perché non viene rilasciato il passaporto. Nè l'Ambasciata Inglese a Roma, tantomeno il Governo italiano hanno fatto nulla per riconoscere ai due bambini il diritto ad avere per entrambi i documenti.

Raccolto da affaritaliani.it l'appello di mamma e papà, la vicenda è stata posta formalmente sia all'Ambascia Inglese a Roma che alla Farnesina. E il Ministero degli Esteri si è affettato a rispondere alla mail che riassumeva la vicenda senza compiere alcun atto formale. Come un mese fa, Sirine Angese il passaporto ce l'ha ma a detta degli stessi inglesi, “per errore”, mentre per Noah Axel non c'è speranza. La “follia” inglese e l'assenza totale di interessamento alla vicenda da parte del ministero degli Esteri italiani hanno ulteriormente complicato la vicenda e per i genitori è la disperazione. E neanche l'Ambasciata Inglese a Roma, opportunamente informata, è riuscita a dare un senso a questa follia.

La lettere della mamma allo zio a Roma con la richiesta di aiuto

la mai di risposta dell'unità di crisi della farnesinaLa risposta dell'Unità di crisi della Farnesina
 

Questo il testo della lettera spedita da mamma Alessia agli zii a Roma e che riassume una vicenda surreale, figlia di una burocrazia inglese sclerotica e del Governo italiano che nulla ha fatto per far rientrare in Italia i bambini, negando il diritto ad ottenere il passaporto.

“Caro zio,

Purtroppo non è cambiato nulla, la nostra agonia continua. Mentre Martino ancora aspetta notizie dall’ AIRE per il cambio residenza, a gennaio, come accennato in precedenza, facciamo richiesta per il passaporto inglese di Noah. (Sottolineando un’altra volta che la sorella gemella ha già ottenuto (“erroneamente”?) questo passaporto). Mandiamo tutti i documenti necessari e paghiamo nuovamente, questa volta convinti che vada tutto bene, considerando che il pezzo mancante arriva proprio a gennaio, si chiama Settled status, ovvero “residenza permanente in uk”, il puzzle che, a detta dei professionisti dell’ufficio passaporti, serviva proprio ad ottenere questo passaporto inglese. Ebbene sì dopo qualche giorno dalla richiesta, veniamo informati che mancano all’appello ulteriori documenti, ovvero fogli che attestano la cittadinanza inglese di Noah, permessi che non possediamo e, per alcuni, non otterremo mai. Per determinati documenti servono 10 anni per l’ottenimento, altri, Noah sarebbe dovuto nascere altrove, perciò chiamo lo sportello dedicato al servizio e spiego il problema. La persona dice che lascerà una nota all’ispettore e per ora devo solo aspettare, le ricordo del passaporto di Sirine, chiedo spiegazioni per l’ennesima volta, ma ormai la storia la sappiamo, “non è il mio lavoro decidere questo, dovrà parlare con altre persone al riguardo”.

Al telefono ci promettono di informare l’ispettore dell’esistenza del passaporto inglese di Sirine e della mancanza dei documenti. Aspettiamo per settimane e poi, ci arriva una e-mail con un questionario da riempire, poiché c’era la possibilità che Noah avrebbe potuto avere il passaporto, una volta compilato il questionario e mandato all’ufficio passaporti. Questa e-mail spiega che, anche se non ci sono i presupposti legali per l'ottenimento del passaporto, forse ci sono dei dettagli da chiarire che avrebbero cambiato l’esito della richiesta. Aspettiamo qualche giorno e senza alcuna sorpresa, ci riferiscono che anche questa volta, Noah non otterrà il passaporto, non citando assolutamente sua sorella e dell’errore commesso dagli uffici di Her Majesty passport office. Siamo disperati perché non sappiamo più cosa fare”.

 

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