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Roma
Giletti sindaco di Roma parla con Buzzi a La7. “Se prima avevo dubbi, ora...”

Da Mafia Capitale a “mafia caciottara” sino a “Se questa è mafia”. Da ex carcerato per omicidio a re delle coop, Salvatore Buzzi diventa star della tv. Nello studio di “Non è l'arena”, il quasi candidato sindaco di Roma, Massimo Giletti, manda in onda lo show anti-mafia.

Più che un sassolino dalla scarpa, Salvatore Buzzi in versione ospite d'onore, si toglie un sanpietrino. Sbarbato di fresco e con un taglio al mento ancora sanguinante affronta l'ex assessore di Marino, Alfonso Sabella, il giornalista Carlo Bonini e l'avvocato Alessandro Diddi.

Si parte dai 5 anni di carcere a Tolmezzo, al confine con la Slovenia dove è stato spedito al momento dell'arresto. E Salvatore Buzzi parla al plurale, è un Noi che sintetizza la sua posizione rispetto ai fatti e alla storia sino all'affermazione di Giletti, “lei ha corrotto” alla quale Buzzi risponde secco: “Io non ho corrotto”.

Carlo Bonini traccia un profilo: “Buzzi è stato due cose; il campione delle cooperative sociali ed era portato in palmo di mano dalla sinistra come un esempio luminoso di un uomo che si era riabilitato dopo la condanna per omicidio. Lo stresso uomo appare in una veste diversa non solo per i reati di cui viene accusato ma per il compare Massimo Carminati.”

Sulla testa di Buzzi si agita il fantasma di Riccardo Mancini, ex ad di Eur Spa, poi scomparso e Gianni Alemanno sindaco di Roma, nonché della “leggenda nera”, Massimo Carminati. E parte la santificazione del Nero: “Massimo Carminati nel 2001 era una persona rispettabilissima”. Le verità di Buzzi iniziano ad emergere: “Carminati non conosceva Gianni Alemanno; Carminati conosceva Riccardo Mancini”.

Il teorema del mondi di mezzo regala una rivelazione persa nella lunga storia processuale. Scorrono le intercettazioni, la madre di tutte le intercettazioni e sia Buzzi che l'avvocato Diddi denunciano il taglio di una registrazione: precisamente nella parte in cui si narra di un anchorman televisivo che aveva bisogno di 50 grammi di cocaina a settimana. E il cui nome sarebbe stato coperto dai carabinieri del Ros, poi diffuso in versione integrale durante il processo.

Buzzi narratore parte dagli appalti per il verde di Eur Spa, una gara che la Coop 29 giugno aveva vinto nel 2000 e poi rivinta prima in Ati con una società Australiana e poi con Carminati. Arriva una seconda sentenza e la pronuncia il magistrato ed ex assessore, Alfonso Sabella: “Io non penso che Alemanno sia un delinquente, anzi penso che si sia circondato di persone sbagliate”. E cade con una telefonata in diretta di Gianni Alemanno l'ipotesi che l'ex sindaco abbia avuto rapporti diretti con il Nero Carminati, tant'è che lo stesso avvocato Diddi precisa che agli atti del processo risulta evidente il “disprezzo di Carminati per Gianni Alemanno”.

La domanda della staffa la fa l'avvocato Diddi: “Giletti lei vuole fare il sindaco?”. E Giletti risponde a metà: “Avevo già qualche dubbio, poi con quello che... “.

Buzzi e Giletti prenotano una seconda puntata. Non prima che Buzzi lanci l'anatema su Ignazio Marino sindaco: “Co' lui era pure peggio - a proposito di richieste favori – c'era tutto il Consiglio Comunale”.

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