Roma
"Giocamosela bene o semo morti". Bufera appalti truccati: le intercettazioni
"Dovemo giocassela bene e chi ci deve aiuta' e' quello, devi sta appresso a quello, Alessio, ricordati. Quello me sguscia, me doveva porta' e mi ha rimandato in bianco, quei fogli... ordinativi de lavoro. Se noi non c'avemo quelli, semo morti! Perche' allora dovemo fa' gli scemi del villaggio. Ma se noi c'avemo quelli stavolta so' morti tutti! 'Ndo stanno loro dovemo mena'! Punto. Non esiste al mondo". Cosi' al telefono l'imprenditore Luigi Martella spiegava al 'socio' Alessio Ferrari l'importanza di incontrare al piu' presto Ercole Lalli, funzionario di Roma Capitale in servizio al Simu, per conoscere gli 'ordinativi' cioe' le informazioni riservate sugli inviti alle gare d'appalto per la manutenzione ordinaria delle strade cittadine. L'incontro effettivamente si realizza di domenica, il 27 settembre, sotto casa di Lalli che riceve dai due imprenditori 2000 euro in cambio di informazioni utili sulla gara d'appalto che si sarebbe chiusa il giorno dopo con la consegna dell'offerta in busta sigillata.
A Martella e Ferrari, secondo quanto riferisce il gip Massimo Di Lauro nell'ordinanza cautelare agli arresti domiciliari per corruzione e turbativa d'asta, interessava in particolare sapere quali altre imprese avrebbero avanzato offerte per l'aggiudicazione dei lotti. "I due parlano parzialmente in codice - scrive il giudice nel provvedimento restrittivo - chiamando 'progetti' od 'ordinativi' gli inviti. Tale linguaggio criptato e' tradito, oltre che dal contesto generale delle conversazioni, dal fatto che i termini sono usati con uguale significato criptato anche in altre conversazioni, e dalla particolare circospezione con cui visionare tali 'ordinativi' o 'progetti': non si spiega in alcun modo il senso dell'ipotizzare di vedersi addirittura di domenica, comunque al di fuori dell'orario di ufficio, e per strada o al bar, onde visionare della normale documentazione di lavoro".