Giovanni Toti rottama Forza Italia. Roma lo elegge leader di #cambiamoinsieme - Affaritaliani.it

Roma

Giovanni Toti rottama Forza Italia. Roma lo elegge leader di #cambiamoinsieme

di Fabio Carosi

Miracolo Giovanni Toti: è riuscito a farsi un “partito non partito” senza mai uscire da Forza Italia, sempre con la maniglia della porta in mano, pronta a sbatterla in faccia a chi è rimasto fedele nei secoli al Cavaliere Berlusconi. E ora è anche il leader del nuovo “centro che avanza”.

Roma è a 36 gradi all'ombra e coi topi che scorrazzano tra i cassonetti: sul palco del Brancaccio va in onda il pasticciaccio brutto di via Merulana, ovvero la genesi di una cosa che si chiama l'Italia in Crescita, ha sullo sfondo una freccia tricolore stile “fozza Italia” ma Forza Italia non c'è.

Sessanta pullman, più i treni e le auto per un totale di 1400 persone da tutta Italia ciascuno con lo striscione della regione e della città, sommate alle truppe cammellate “calate da Genova”, roccaforte dei “totiani”, quelli che amoreggiano a “suon di bacioni” con la Lega e, nel resto d'Italia, strizzano l'occhio ad ogni tailleur o doppio petto blu travolto dalla strage elettorale che ha massacrato il partito di Re Silvio.

Se non è un funerale a Berlusconi, Toti e i totiani, la festa la fanno ai vertici del partito, a cominciare da Antonio Tajani che i ben informati dicono abbia chiamato uno ad uno i “tajaneros” del Lazio per invitarli ad un sano sabato di mare o di campagna. “Andate ovunque, tranne al Brancaccio” di via Merulana, trasformato in uno stadio con “cartelli in aria” e “ola” secondo una coreografia che ha richiesto persino le prove. Manco fosse un villaggio vacanze.

Parte il video con l'hastagh #cambiamoinsieme con quell'inconfondibile e piacevole accento ligure che segna il dna principale del Brancaccio. La liturgia è lontana anni luce dai doppiopetto blu e dai cravattoni del 1992 e degli anni a seguire. Il video è un trionfo del fai da te col telefonino e la maglietta e le starlette del berlusconismo spinto sono state sostituite dalla tremenda normalità femminile.

Parla Enzo Risso (Swg), neo uomo brand di Totti che spiega e analizza come e perché cambia il mondo negli ultimi 20 anni. La sintesi è la progressiva riduzione del ceto medio e la conseguente emorragia dei voti di Forza Italia, meno centristi e più Meloni-Salvini oriented.

Ma per aspettare il neo leader della cosa di centrodestra-centro un po' Forza Italia ma anche no”, bisogna attendere il turno di Federica De Benedetto,consigliere comunale di Lecce, Giulia Marchionni, consigliere comunale di Pesaro, Marika Padula, assessore comunale di Potenza, e Cristina Ponzanelli, sindaco di Sarzana, tutti aderenti al vangelo di rinnovamento e a pieno titolo Toti's boy.

“Siete coraggiosi – si selfa Toti - avete sfidato 40 gradi e lasciato le famiglie. Siete da tutta Italia segno che la politica è davvero una grande passione. Abbiamo visto il declino del nostro mondo senza che nessuno cercasse si metterci rimedio. Non abbiamo saputo cogliere i cambiamenti che avvenivano in un Paese. Vi faccio vedere io perché altri partiti hanno saputo intestarsi il cambiamento”. E spara le slides by Enzo Risso che segna il nuovo corso del partito non partito, lanciando in platea le analisi socio-economiche sui desideri che prendono il posto dei sondaggi-foto istantanee che spinsero il ventennio berlusconiano. Ed alla platea Giovanni Toti esprime il suo pensiero politico programmatico che parte dalla sottrazione: -tasse, -meno burocrazia per poi passare alla teoria dell'addizione segnata dal claim +futuro, + consumi, + giovani e +donne. La Lega vale quasi il 40% de centrodestra italiano – spiega agli astanti – gli altri valgono il 12% in due. Bene, si vince lo stesso ma non è la stessa cosa”. Poi arriva Vittorio Sgarbi e il comizio-chiacchierata si interrompe. Sgarbi ascolta, tace e annuisce. Conclude Toti: “Il mondo è cambiato e noi siamo stati fermi con la testa sotto la sabbia. In 10 anni dal 40% al 6% e di fronte a questo c'è ancora chi dice che non andata tutto sommato male”. E chiosa: “Nessuno dica che Toti è contro Berlusconi, quello che chiedo è di consentirci di costruire la Terza Repubblica”.

La platea ascolta e rimugina. Nascosti tra le sedie vecchi senatori centristi e qualche forzista in attesa di giudizio che sperano di sopravvivere al ricambio che si prepara. Nessuno osi spiegar loro che saranno i primi ad essere travolti e non troveranno mai più un partito pronto a ricandidarli. E se non lo farà Giovanni Toti, lo farà la storia. #rottamati senza pietà.