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Roma
Gualtieri sindaco, la sinistra romana dice No: “Deve passare per le Primarie”

Roberto Gualtieri sindaco di Roma? “ci penserò”. E Andrea Abodi sindaco di Roma' “Ci sto pensando”. Tacciono Raggi e Calenda di fronte al gioco del “gatto col topo” con il quale il Pd cerca di capire se il il presidente dell'Istituto per il Credito Sportivo è seriamente intenzionato a cimentarsi con la conquista del Campidoglio, dopo la frattura del centrodestra tra Salvini e Meloni sulla partecipazione al Governo Draghi.

Dunque, Abodi per primo ha inaugurato la stagione del “ci sto pensando”, pur avendo dato la sua disponibilità alla richiesta di Giorgia Meloni giunta prima di Natale e sollecitata da una telefonata del neo ministro Giancarlo Giorgetti e Gualtieri ha risposto con un “ci penso”, dopo aver sciolto il nodo di un suo possibile ritorno al Governo.

Al netto delle “bugie tattiche e fanciullesche”, quello che stupisce è il silenzio degli altri due candidati. Da una parte Carlo Calenda è da un mese impegnato nelle riflessioni nazionali e nelle critiche alla scelta del nuovo esecutivo, mentre la Raggi è nel silenzio totale di chi sta mettendo in fila i progetti in itinere per cercare di incassare la massima visibilità per il suo lavoro e dare un po' di energia a quei sondaggi che la danno inchiodata al 15%.

Il silenzio di Gualtieri, oltre che dal tatticismo tipico del Pd, dipende anche dall'atteggiamento della sinistra romana, alla quale l'ex ministro piace “a condizione che la sua candidatura passi per le Primarie e che le vinca”. E' questa l'aria che si respira tra gli Smerigliani, la componente “estrema” che fa capo appunto all'eurodeputato Massimiliano smeriglio e all'ex presidente di Municipio Andrea Catarci che non vuole concedere all'azionista di maggioranza la possibilità di “calare dall'alto un candidato” senza passare per una “selezione” sul territorio. E Zingaretti lo sa bene, tant'è che si tiene lontano dal dibattito, in attesa di trovare un accordo.

A leggere gli ultimi sondaggi e con Gualtieri in campo, le possibilità che Calenda e Raggi possano arrivare al ballottaggio, sono risicatissime, quasi inesistenti. Così per Roma si profila una battaglia “bipolare”. Centrodestra contro centrosinistra e gli altri quasi a guardare.

E Calenda tira dritto: "Ritirarsi? Non avrebbe senso"

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