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Roma
Guerra dei cinghiali tra Comune e Regione: consigliere M5S minacciato di morte

La battaglia dei cinghiali: dopo l'uccisione della famiglia di ungulati nel giardino “Mario Moderni” a Roma Nord è iniziata la guerra tra Comune di Roma, Regione Lazio ed Animalisti con il consigliere M5S in Campidoglio e presidente della Commissione Ambiente, Daniele Diaco, che sui social viene additato come principale colpevole e minacciato di morte.

Dopo che la polizia ha sparato ed ucciso i cinghiali venerdì sera, è iniziato lo scaricabarile tra Comune e Regione. Nessuno voleva uccidere gli ungulati, fatto sta che l'ok ad aprire il fuoco è arrivato. Diaco nei giorni scorsi si difendeva così su Facebook dopo l'attacco dell'animalista Michela Brambilla: “NOI NON ABBIAMO NULLA A CHE VEDERE CON LA MATTANZA DEI CINGHIALI. La Brambilla sostiene l'esistenza di un accordo formale con la Regione Lazio circa il trasporto degli ungulati in aree non venatorie. FALSO. Nella serata di venerdì ho ricevuto una telefonata in cui la stessa Brambilla si mostrava disponibile a trasportare i cinghiali in una riserva naturale. Un'ipotesi a mio avviso ottima e fattibile, dal momento che, in tutti i tavoli tecnici sul tema (ci sono i verbali a confermarlo) MI SONO SEMPRE OPPOSTO ALL'ABBATTIMENTO degli ungulati. Il mio, tuttavia, era un assenso non decisivo, poiché L'UNICO ENTE PREPOSTO A FERMARE L'UCCISIONE DEI CINGHIALI ERA LA REGIONE LAZIO, ente competente in via esclusiva in materia di fauna selvatica. Alla Brambilla, dunque, ho riferito che occorreva l'assenso DECISIVO del presidente Zingaretti. Sarebbe stata sufficiente una semplice chiamata al dirigente competente per bloccare tutto, ma ciò non è avvenuto. Una cosa deve essere chiara: SENZA IL PARERE FAVOREVOLE DELLA REGIONE LAZIO, UNICO ENTE COMPETENTE NELLA GESTIONE DELLA FAUNA SELVATICA E UNICO ENTE PREPOSTO A INTRAPRENDERE QUALSIASI DECISIONE SULLA SORTE DEI CINGHIALI, noi siamo con le mani legate”.

A rispedire le accuse del Comune alla Regione era stata Enrica Onorati, assessore alle politiche agricole della Regione Lazio: “La decisione della telenarcosi e della eutanasia, previste dalla legge nazionale a salvaguardia della tutela e incolumità pubblica che spetta al Sindaco della città è stata assunta all'unanimità al tavolo tecnico. Decisione comunicata dal direttore del Comune di Roma, Marcello Visca, nella nota del 16 ottobre in cui si dà mandato alla polizia locale di Roma Capitale di predisporre gli atti amministrativi e all'Ufficio Operativo della Direzione Mercati all'Ingrosso di predisporre il mezzo idoneo al trasporto. Abbiamo manifestato la nostra disponibilità a dare in comodato d'uso le gabbie dei Parchi del Lazio al Comune di Roma per permettere il prelievo degli animali, cosa che comportava un lasso di tempo necessario alla messa a disposizione, poiché le gabbie di RomaNatura erano impegnate nel contenimento della fauna selvatica nella riserva naturale, come previsto dalla legge. La telefonata si è conclusa con l'impegno di Diaco di avvertire Visca per predisporre il tutto. Abbiamo appreso dagli organi di stampa, sia io che l'onorevole Brambilla, dell'avvenuta operazione al giardino”.

diaco insulti
 

Ad una settimana dal “delitto”, il consigliere Diaco è stato bersagliato di insulti e minacce sui social, con il presidente della Commissione capitolina Ambiente che si è sfogato su Facebook postando uno screen degli ingiuri rivolti a lui ed alla sua famiglia: “Non mi spaventate. Queste sono solo alcune delle minacce che sto ricevendo in questi giorni: un odio irrazionale, disinformato, nato da una strumentalizzazione fatta a fini politici, tanto che uno dei mittenti è un brigatista. Tutti questi messaggi li ho denunciati in Procura, per impedire che queste persone continuino a rivolgere le loro parole di violenza a chiunque sarà il prossimo bersaglio del loro rancore. Per quanto mi riguarda, ho accettato il fatto che quando si combatte in prima linea per difendere una causa, si corre anche il rischio di essere accusati ingiustamente. Adesso però è il momento di proseguire la battaglia. La ferita dell’Aurelio non si rimargina, ma la morte di quei cinghiali ci rende sempre più determinati nel proporre e far approvare soluzioni non cruente. Questo è il vero animalismo: non odio verso il primo capro espiatorio che ci viene additato, ma un impegno informato e costante in difesa dell’ambiente. Un impegno che non si ferma davanti a nulla”.

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