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Roma
Guerra Raggi-Esercenti su centro storico. L'ultimatum: "Pronti alla protesta"

Lotta ad abusivi, decoro, trasporti e viabilità. Gli Esercenti in Assemblea dettano al Campidoglio le proposte per un nuovo regolamento del centro storico, lanciando un nuovo appello al sindaco Raggi.

 

A guidare la rivolta degli esercizi pubblici romani Claudio Pica, neo presidente della Fiepet, che chiede a gran voce una revisione della legge regionale 21/2006. Un aggiornamento finalizzato a migliorare i criteri di qualità dei locali e dei prodotti, inasprire le sanzioni per gli abusivi e tutelare centri e botteghe storici che rappresentano la tradizione della ristorazioen romana e del Lazio. Una richiesta rimasta inascoltata dalle parti del Campidoglio, dal quale gli Esercenti attendono, entro giovedì prossimo, un segnale importante, salvo in caso contrario scendere in piazza. 

Lotta all'abusivismo, decoro, trasporti e viabilità. Questi le rassicurazioni che gli Esercenti chiedono all'Amministrazione,  lanciando la proposta di un nuovo incontro incontro con il sindaco di Roma Virginia Raggi, per ottenere la sospensione dei Piani di massima occupabilità. "Condizione essenziale - si legge in una nota - per sedersi attorno a un tavolo e parlare di scelte condivisibili e condivise". Il neoeletto presidente della Fiepet Roma, Claudio Pica, subito dopo l'assemblea dei rappresentanti dei Pubblici esercizi della Capitale, parla chiaro. “Giovedì scorso abbiamo incontrato il presidente della commissione capitolina Commercio, Andrea Coia, il quale ci ha spiegato di aver formulato formalmente questa richiesta alla Raggi. Ma siamo ancora in attesa di sapere se i dirigenti grillini comunicano e fanno sul serio. La nostra sarà una protesta propositiva – aggiunge - perché il Comune ha bisogno di vincere la sua battaglia sul turismo e non può farlo senza guardare al Centro storico e senza offrire una risposta adeguata”. In poche parole, spiega il nuovo leader di una categoria che raccoglie migliaia di pubblici esercizi, sono tutti d'accordo con la proposta di sospendere i Piani che regolano la presenza dei tavolini vietandoli sulla base delle prescrizioni del Codice della strada ma anche della Soprintendenza di Stato, che impone di lasciare libero il cono visivo sui monumenti.

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