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Roma
Hacker a Trenitalia: gli esperti di cyber sicurezza ridono del caos Ferrovie

Hacker alle Ferrovie dello Stato con le biglietterie di Trenitalia bloccate, il primo attacco è del 25 marzo, il secondo è del giorno successivo, il 26.

Solo che a bombardare e deridere i sistemi informativi della società sono gli esperti di infosec.news, il giornale on line specializzato in cyber security, tecnologia e innovazione, diretto da Umberto Rapetto, l'ex generale della Guardia di Finanza, esperto di fama internazionale e già comandante del Nucleo speciale frodi telematiche della Guardia di Finanza ma anche docente universitario e scrittore.

I pirati spaventati dalla sicurezza delle Ferrovie

Un doppio affondo, quello di Rapetto, che sceglie la strada della satira per spiegare cosa è accaduto nel gigante italiano del trasporto ferroviario. Due articoli che seguono una linea “informatica ben chiara”. E così Trenitalia-Ferrovie, si “beccano un minuto di silenzio” perché “I pirati informatici hanno visto la pagina web del CERT del Gruppo FS e hanno deciso di fermarsi in raccoglimento”. Poi la spiegazione, feroce: “I banditi hanno visto la pagina del Computer Emergency Response Team del Gruppo Ferrovie dello Stato solo dopo aver affondato una bella porzione del sistema informatico del colosso dei trasporti. Dopo aver letto sul web chi si erano permessi di infastidire, i malfattori hanno pensato di esprimere il loro profondo pentimento e – come si usa negli eventi sportivi (il salto del firewall e il lancio del ransomware sono le specialità in cui questi signori competono con dignità) – hanno ritenuto d’obbligo portare la mano al petto e, chinato il capo, si sono ammutoliti per circa 60 minuti. Dopo quella breve pausa di meditazione e rincrescimento hanno subito pensato di assumere la più serrata formazione di difesa, consapevoli di rischiare davvero grosso. Parliamo degli hacker, naturalmente, che scorrendo il sito delle Ferrovie hanno compreso di esser salvi per miracolo…”.

Il super esperto Umberto Rapetto va giù durissimo

Già il 15 marzo, il team di Rapetto aveva sparato a fuoco zero, regalndo ai ferrovieri un titolo ispirato a Crozza: “Morti (dal ridere) gli hacker che hanno colpito le Ferrovie dello Stato. Crisi di panico umoristico tra i pirati informatici di mezzo mondo: sembra di sentire un disperato coro di “abbiate pietà di noi…”, sostenendo come alla base dell'attacco informatico, non ci fosse solo la bravura dei pirati con base nell'Est Europa, ma una sostanziale inefficacia e inefficienza dei dirigenti a capo della cyber sicurezza delle strade ferrate italiano con una conclusione al vetriolo: “Se si fosse in un Paese serio, chi è responsabile diretto ed indiretto dell’increscioso episodio sarebbe già stato cacciato. A tenergli compagnia sarebbero quelli che lo hanno scelto, quelli che gli hanno affidato incarichi di cui non era all’altezza, quelli che non si sono accorti della sua inidoneità, quelli che magari gli hanno pagato stipendi faraonici…. I giuristi parlano di “culpa in eligendo” e “culpa in vigilando”. La gente di chiesa si accontenterebbe di un “mea culpa, mea maxima culpa”.

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