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Roma
I ricchi curati meglio dei poveri. Roma certifica la disuguaglianza sanitaria

di Luca Lotti

La Regione butta terra per riempire il fossato della diseguaglianza in sanità. In base  ai dati del rapporto Pre.Va.Le (Programma regionale valutazione degli esiti degli interventi sanitari), presentato dal Presidente Nicola Zingaretti, l’obiettivo della uguaglianza di accesso è centrato per l’infarto del miocardio, si è avvicinato per la frattura del collo del femore, aumentano gli interventi di ricostruzione della mammella dopo il tumore, diminuisce la media dei parti cesarei.


Nel periodo tra 2012 e 2016 la proporzione di interventi per fratture del collo del femore in pazienti anziani eseguite entro due giorni dall’accesso nella struttura di ricovero è progressivamente aumentata, passando dal 31% al 53%. Significa che circa 2500 persone in più negli ultimi 4 anni hanno avuto l’intervento nei tempi raccomandati dalle prove scientifiche.
ll Lazio, che quattro anni fa aveva valori medi molto al di sotto della media, è ora nella media nazionale. Nella nostra regione si registrano  per infarto acuto del miocardio circa 11000 casi l’anno; la mortalità a 30 giorni dal ricovero è diminuita di 2 punti. La proporzione di angioplastica eseguita entro 90 minuti dall’accesso, intervento salvavita nel caso di infarto acuto STEMI, è aumentata a partire dal 2012, passando dal 30% al 47% del 2016.

Nel 2016 non si osservano più differenze nell’equità di accesso alla PTCA eseguita entro 90 minuti; infatti, la proporzione di pazienti operati tempestivamente tra i laureati è pari al 46% e tra i soggetti con titolo di studio elementare o senza titolo di studio è pari al 47%. Nel 2012 risultava invece una disuguaglianza tra la proporzione di laureati operati tempestivamente (44%) e i soggetti con titolo di studio elementare o senza titolo di studio (22%).
Per quanto riguarda la chirurgia generale la proporzione di colecistectomie laparoscopiche con degenza post-operatoria inferiore a 3 giorni è aumentata nel 2016, passando dal 57% del 2012 al 76% producendo cosi una progressiva riduzione dei giorni di degenza potenzialmente inappropriati. I volumi totali di interventi di colecistectomia laparoscopica nella regione Lazio risultano stabili negli ultimi 4 anni (9282 interventi nel 2016). Migliorati i dati relativi alla chirurgia oncologica della mammella. La proporzione di intervento ricostruttivo  simultaneo all’intervento di asportazione del tumore è passata dal 48% al 54%, così come si è ridotta la proporzione di reinterventi a 120 giorni, che è passata dall’8.5% nel 2015 al 6.7% nel 2016.

Infine i parti cesarei, vero e perenne “tallone d’Achille” del sistema sanitario regionale:  nel 2016 la proporzione di tagli cesarei primari risulta essere pari al 27%, in ulteriore lieve riduzione rispetto al 2015 (28%).Nel 2012 la media era  oltre il 31%. Infine il dato sui parti: racconta di una diminuzione costante negli ultimi anni:circa 1000  in meno nel 2016 rispetto al 2015, 3000 in meno rispetto 2014, 4000 in meno rispetto al 2013  e 7000 in meno rispetto al 2012.

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disuguaglianza socialeinfartiolazio sanitàparti cesareiregione laziosanitàvalutazione interventizingaretti






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