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Roma
I sindaci d'Italia aprono la parata del 2 giugno.Il saluto ai Marò

di Emma Evangelista

Credere nella Patria repubblicana e sfilare per renderle omaggio con lo sguardo rivolto al futuro come una Nazione vincente e coesa ha ancora lo stesso valore che le diedero 70 anni fa al termine del referendum istituzionale.
Un altro referendum attende quest'anno gli italiani e, al di là della profonda trasformazione che ne può derivare, l'interrogativo che ci si pone in questa occasione è se gli italiani credono ancora in quei valori di democrazia e uguaglianza, libertà e progresso che i padri costituenti posero come fondamento per lo sviluppo del Paese.
A veder sfilare tutte le componenti dello Stato in occasione della annuale parata del 2 giugno sembrerebbe di sì; in fondo a 70 anni da un altro Referendum, quello della scelta tra Monarchia e Repubblica, quello del voto alle donne, quello che non fu mai ufficialmente proclamato ma che trasformò profondamente il Paese, c'è ancora la voglia di rispondere in modo corale all'inno di Mameli e sfilare lungo i Fori imperiali con la convinzione di operare ogni giorno per salvaguardare gli interessi nazionali e i valori italiani.
E' un'Italia fatta di ricordi e speranze quella che si è radunata lunedì notte per le prove generali e che aspetta lungo i Fori Imperiali di veder sfilare i servitori dello Stato insieme ai giovani, ai volontari alle crocerossine, alle associazioni e ai sindaci. Il tema dei festeggiamenti di quest'anno particolare è il Futuro, quello che gli italiani uniti vogliono consegnare alle nuove generazioni, un tesoro fatto di sacrifici, memoria storica ma anche professionalità riconosciute nel mondo. E' l'Italia di tutti e tutti nella sfilata devono essere rappresentati come partecipi della Cosa Pubblica, questo il messaggio forte che sarà sottolineato in questa edizione della Rivista militare.
Per ricordare il valore dell'unità nazionale, che si concretizza anche attraverso la rappresentanza sul territorio nelle sue specificità e nella sua unicità, apriranno la parata i sindaci vestendo la fascia tricolore,  simbolo distintivo della valenza nella cura degli interessi pubblici conferita al sindaco con il sistema della investitura diretta. Portabandiera dei primi cittadini del popolo, il vicepresidente dell'Anci e sindaco di Catania, Enzo Bianco. Nell'occasione tutti i palazzi della Difesa vestiranno il Tricolore e dal Campidoglio, dove fino ad un anno fa campeggiava la scritta Marò Liberi, quest'anno sarà steso il vessillo nazionale per festeggiare il rientro in patria di Girone e Latorre e, naturalmente, la festa della Repubblica e ditte le componenti dello Stato, che insieme sfileranno per omaggiarla.
I Marò rientrati dall'India non sfileranno ma saranno salutati durante la manifestazione. Attesissimi come sempre i passaggi della pattuglia acrobatica nazionale sull'Altare della Patria alle 9.00 e sui Fori a conclusione della manifestazione.
Nella notte tra lunedì e martedì le prove generali della parata con sciami di giovani militari che si disponevano ordinatamente dopo goliardiche ore d'attesa e un pubblico di fedelissimi, giornalisti, parenti, amici e turisti incuriositi che hanno assistito, assonnati e divertiti, fino alle 4.30 di mattina alla sfilata, stavolta dalle tribune d'onore insieme agli alti gradi delle forze armate.
Immancabile la Lancia Flaminia che con i suoi sei posti sposterà un vero carico di autorità: il presidente il Presidente Sergio Mattarella, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, il Capo di Stato Maggiore,Claudio Graziano, il segretario generale del Quirinale, Ugo Zampetti e il direttore dell’ufficio per gli affari militari e segreteria del Consiglio supremo di difesa, il generale di squadra aerea, Roberto Corsini.

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