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Roma
Ibrahimovic, l’uomo dietro il campione: arriva al cinema il film documentario

di Massimiliano Martinelli

Controverso, arrogante, mai banale. In una sola parola: Zlatan Ibrahimovic.

Il 14 e il 15 novembre l’attaccante svedese sbarca sul grande schermo con “Ibrahimovic, diventare leggenda”, il nuovo film dei fratelli Gertten. Attraverso la voce di chi lo ha conosciuto i due registi ci aprono le porte del suo mondo, svelandoci l’uomo dietro il personaggio mediatico e la genesi del campione.
In occasione dell’anteprima del film va in scena al cinema Adriano un dialogo su “Come riconoscere il talento e diventare Campioni”, che vede protagonisti l’ex allenatore di Roma e Juventus Fabio Capello e il vicedirettore di Rai Sport Marco Franzelli.

E’ proprio l’ex tecnico bianconero a raccontare curiosità ed aneddoti sull’Ibrahimovic che arrivò a Torino, rivelandoci un ragazzo indisciplinato ed orgoglioso che “Non sapeva calciare”. Capace però di trasformare le critiche in applausi, migliorando giorno dopo giorno per diventare il numero uno.

Seguendo lo stile di un documentario il film affronta la storia del giovane Zlatan Ibrahimovic, nato a Malmö da padre bosniaco e madre croata. Un’infanzia passata a giocare a pallone tra le strade del quartiere Rosengård con l’appellativo di “Zigga”, lo zingaro. Attraverso immagini e video dell’epoca ripercorriamo poi l’adolescenza di un Ibrahimovic fin da piccolo talentuoso e problematico, che ai banchi di scuola preferisce di gran lunga il pallone da calcio. Lo vediamo al suo debutto da professionista nel Malmö, con il numero ventisette sulle spalle e un futuro fatto di successi davanti a se.

Poi l’arrivo come grande promessa nell’Ajax, per l’allora cifra record del club di nove milioni di euro. Le grandi aspettative su di lui ed un inizio difficile gli procurano le prime delusioni, i primi dubbi e gli inediti fischi del proprio pubblico. Vediamo un ragazzo che fatica ad ambientarsi in mezzo a tutte quelle regole, quella rigidità, in campo e fuori, che proprio non fanno parte del carattere dello svedese.
Assistiamo ad un Ibrahimovic che soffre la concorrenza dell’amico-rivale Mido e che rifiuta la filosofia di gioco e di comportamenti dell’Ajax, tanto da essere relegato in panchina il primo anno. Nella seconda stagione ecco però che tutto cambia sotto la guida del nuovo tecnico dei lancieri, Ronald Koeman; Ibrahimovic segna un doppietta all’esordio in Champions League, prendendosi il posto da titolare.

Nell’estate del 2004 la svolta, con quell’ultimo regalo per i suoi tifosi prima dell’addio. Nella partita con il Nac Breda Zlatan ubriaca l’intera difesa avversaria con una serie interminabile di finte, mette a sedere anche il portiere e deposita in rete il pallone della tripletta personale: il pubblico dell’Amsterdam Arena esplode. Il gol passa alla storia e sancisce il battesimo di un campione, che di lì a poco sarebbe approdato alla Juventus di Fabio Capello.

Il film ci presenta gli aspetti meno conosciuti del fuoriclasse svedese, seguendo da vicino il rapporto di odio e amore di Zlatan con il padre, i compagni e gli allenatori. Lo vediamo alle prese con i primi amori, con le promesse e le aspettative di ogni ragazzo che ambisca a fare il calciatore. E’ la storia di un ragazzo sempre fedele a se stesso e in perenne lotta con il mondo, amato e odiato in ugual misura. Un ragazzo cresciuto tra i sobborghi di Malmö, diventato un eroe per i tanti giovani che, seguendo il suo esempio, sperano un giorno di farcela.

 

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