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Roma
Il peggio della tv, risse, insulti, parolacce, gaffe. L'enciclopedia del trash

di Patrizio J. Macci


Un’enciclopedia della televisione “trash” di quasi 400 pagine dove sono elencati minuziosamente e in ordine cronologico papere, risse, insulti, parolacce, gaffes, polemiche, scandali, querele, censure e curiosità dal 1954 ad oggi.

 

L’ha scritta Umberto Piancatelli “Il peggio della tv” Melville Edizioni, arricchita dalla prefazione di Mariano Sabatini, andando a colmare un vuoto nell’argomento televisione oramai analizzato sotto ogni profilo da migliaia di volumi. Piancatelli ricostruisce nei dettagli sia il contesto storico che i dialoghi, riportando in maniera filologica le esatte parole dei protagonisti. Parecchie delle battute citate nel volume sono oramai entrate nella storia del costume e della cultura, sono oggetto di culto sul web da parte di chi non vi ha assistito in diretta.

Si va dalle truffe messe a nudo da Mara Venier e da Enrica Bonaccorti, alle memorabili gaffe di Mike Bongiorno, le censure a Vianello e Tognazzi, Enzo Tortora e Dario Fo, i comizi e i silenzi di Celentano, gli scandali del Festival di Sanremo, l’ombelico galeotto della Carrà, l’attacco di Paolo VI alla tv, le parolacce di Enzo Maiorca, la bestemmia in diretta di Mastelloni, le polemiche di Maurizio Costanzo e Pippo Baudo, gli storici interventi di Beppe Grillo e Roberto Benigni, le sfuriate di Gianfranco Funari, gli scontri verbali di Vittorio Sgarbi giovane critico d’arte “indiavolato”, le picconate del presidente Francesco Cossiga, le liti di Giuliano Ferrara, le interviste scomode di Enzo Biagi, il gesto dell’ombrello di Sandro Pertini, i salotti della D’Urso e le risse tra i politici.

Per la prima volta sono riportati parola per parola i monologhi entrati nella storia e le risse più infuocate, le battute che hanno sollevato infinite polemiche e i testi delle canzoni sforbiciati dalla censura.

Suddiviso in sei capitoli, il libro procede con la storia della televisione e attraverso gli aneddoti annota protagonisti, figuranti e comprimari, che hanno formato una generazione di telespettatori. Dalla Rai che aveva in Umberto Eco tra i suoi autori fino ai giorni nostri.

Arrivati alla fine della lettura non si può non constatare come il momento trash inizialmente occupasse una parte dello spazio televisivo, spesso era l’innesco che permetteva di “sdoganare” argomenti altrimenti indigesti all’indice di ascolto. Con il passar del tempo alcune trasmissioni televisive si sono trasformate in veri e propri pollai fini a se stessi, dove il rumore e il chiacchiericcio hanno cancellato ogni spessore culturale.

 

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