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Roma
Il tesoro del Negus: una truffa. A processo Giulio Bissiri, sedicente principe

Nei giorni scorsi Giulio Bissiri, 66 anni, sedicente principe discendente dell'ultimo imperatore di Etiopia, nonché padre delle tre corcorrenti della passata edizione di Grande Fratello Vip, Clarissa, Lucrezia detta Lulù, e Jessica, è stato rinviato a giudizio dalla procura di Lugano per una presunta  truffa di 13 milioni di franchi ai danni di tre imprenditori del canton Ticino.

Aklile Berhan Makonnen Hailé Selassiè, così si presenta Giulio Bissiri, residente a Roma, con un  tavolino che fungeva da ufficio in un bar di Piazza Euclide ai Parioli, dove agli ospiti faceva servire champagne a tutte le ore, da un anno è invece domiciliato nel carcere della Farera in quel di Lugano.

Processo al discente di Selassié: "Il mistero delle cedole del tesoro del Negus"

Il personaggio da decenni diceva di dover incassare le cedole di un misterioso e fantastico tesoro del Negus del valore di circa 600 miliardi di dollari in titoli Usa nonché altre cedole per 200 miliardi di Euro in bond tedeschi emessi dalla Germania alla fine della prima guerra mondiale. Secondo lui per incassare le cedole erano necessari molti finanziamenti per sostenere viaggi, avvocati e perizie, quindi chiedeva soldi a tutti, da grandi imprenditori al portiere dirimpettaio dello stabile dove abitava. A tutti prometteva di restituire cifre fantastiche. Tra i piccoli c'era chi si impegnava casa per dare soldi al presunto "principe".

Processo al discente di Selassié: ecco chi lo ha finanziato"

Gli hanno dato cifre da capogiro Franco Lazzarini ex presidente della Sampdoria nonché azionista della Ital brokers di Genova e persino Giovanni Perissinotto ex ad delle assicurazioni Generali. Ottenuti i soldi Giulio Bissiri si eclissava lasciando a bocca asciutta e spesso in un mare di guai chi gli aveva dato improvvidamente  danari, come accadde all'ex amministratore delegato del gruppo Holiday, Roberto Tedeschi. “Mentre lui è la sua famiglia vivevano in uno sfarzo tra il pacchiano e quello di un satrapo orientale dell'antichità, noi vivevamo ormai in miseria”, racconta Carlotta Tedeschi figlia dell'amministratore del gruppo alberghiero. Nessuno però aveva il coraggio di denunciare per paura di esporsi al ridicolo. Quando però Bissiri ha ripetuto il giochetto in Svizzera è successo il finimondo. Tre imprenditori tra cui  Silvio Tarchini patron della Fox Town e il fiduciario Battista Ponti di Chiasso, hanno denunciato. A marzo dell'anno passato la procura di Lugano aveva spiccato contro Bissiri un mandato di cattura internazionale  che però in Italia nessuno eseguiva, ragione per cui il sedicente successore del Negus certo dell'impunita', a giugno, andò in Lussemburgo. Mal l'incolse, perché appena sceso dall'aereo fu ammanettato e a settembre estradato a Lugano.

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E mentre le figlie entravano nella casa del Grande Fratello,lui, Bissiri, entrava poco trionfalmente, nel carcere di Lugano. Durante le indagini  svizzere ne sono venute fuori delle belle. Ai potenziali investitori Bissiri raccontava del suo rapporto con il Negus ma soprattutto mostrava lettere e documenti firmati dall'allora presidente della Bundesbank, Axel Weber. Il banchiere interpellato dalla magistratura di Lugano è caduto dalle nuvole:n eppure sapeva dell'esistenza di questo "discendente" del Re dei Re. Ora se condannato, Bissiri, dovrà adattarsi a trasferire la sua reggia nel carcere penale di Lugano dove rischia di trascorrere i prossimi cinque anni.

A giorni si aprirà il processo. A presiederlo sarà il giudice Amos Pagnamenta.

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