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Roma
Il Tribunale ribalta il Pd di Orfini. “Circoli come sezioni”: tutto da rifare

Il Pd romano nella bufera: le decisioni del Commissario Orfini sulla riorganizzazione dei circoli ridotti a sezioni, vengono ribaltate dal Tribunale Civile di Roma.


Lo rende noto via Facebook il comitato Art.49, che aveva fatto ricorso contro il provvedimento: “Ora abbiamo una prima sentenza che ci dà ragione, e che afferma che il Commissario del PD Roma, nonché Presidente nazionale del PD, Matteo Orfini, ha impostato su una strada illegittima tutta la sua azione di riorganizzazione del partito romano. La terza sezione del Tribunale civile di Roma, nella persona del giudice Buonocore, ha infatti annullato la delibera della Direzione del PD Roma dell’11 giugno 2015 con cui veniva gravemente colpita l’autonomia organizzativa, patrimoniale e politica dei Circoli territoriali, dei Circoli del lavoro e di quelli tematici riducendoli al rango di sezioni di 15 Circoli municipali diretti da sub commissari nominati dallo stesso Orfini". Lo rende noto via Facebook il comitato Art.49, che aveva fatto ricorso contro il provvedimento.

"Il giudice ha riconosciuto, come da noi sostenuto, che tale decisione poteva essere assunta soltanto dall’Assemblea cittadina, e che inoltre il merito della delibera violava in più punti lo Statuto nazionale e regionale del PD, con conseguente lesione dei diritti degli iscritti - continua il comitato - Di più, il giudice ha affermato nelle sue argomentazioni che anche la delibera del 27 settembre 2015 – la cui efficacia peraltro è già stata sospesa con decisione di un altro giudice in un distinto procedimento - debba ritenersi non valida perché riproduce sostanzialmente gli stessi vizi e le stesse violazioni della delibera precedente.
Siamo soddisfatti, perché riteniamo di aver difeso valori di democrazia e di civismo che stanno a cuore non solo di ogni iscritto al PD, ma che è interesse di ogni cittadino che vengano tutelati perché attengono ai valori enunciati nell’art. 49 della Costituzione.
Siamo dispiaciuti, perché siamo stati costretti a ricorrere alla via giudiziaria, ma i metodi arroganti e prevaricatori del Commissario Orfini hanno impedito che ci fossero sedi di discussione serena all’interno del Partito in cui confrontare i diversi argomenti e le differenti ragioni, fare le dovute valutazioni e assumere decisioni nel rispetto del Regolamento e dello Statuto.
Ora ci auguriamo due cose: la prima, che l’organizzazione e lo svolgimento del Congresso cittadino tengano conto delle decisioni del giudice e non offrano ulteriori motivi di impugnazione; la seconda, che si eviti di far ricadere le conseguenze economiche della sentenza sulle già dissestate finanze del PD romano e quindi sugli iscritti, dando un segno concreto di assunzione di responsabilità da parte di chi ha materialmente preso le decisioni sbagliate".


Marroni: “Ristabilire le regole e ridare centralità ai circoli”
La sentenza del Tribunale Civile di Roma che ha annullato le decisioni del Commissario Orfini sul riordino del partito impone una riflessione collettiva a tutto il PD. Bisogna ristabilire regole condivise superando accuse e scontri, anche per permettere un dibattito serio e sano sul passato e sul futuro della nostra comunità. Regole che  ridiano centralità ai circoli umiliati in questi mesi da un commissariamento che di fatto li ha criminalizzati. Bisogna abbandonare giustizialismo, e logiche da resa dei conti, affrontare i problemi senza ipocrisie o convenienze di parte, ricostruendo quel minimo di solidarietà e di senso di comunità. Essendo quindi sancita la sussistenza di determinazioni illegali che entrano in contrasto con le regole del PD e della democrazia interna la commissione del congresso dovrà valutarne gli esiti e i tempi. Al fine di svolgere quest'ultimo in maniera trasparente, nel rispetto delle regole per togliere realmente le scorie del passato e dare nuovo ossigeno alla partecipazione dei cittadini in un rapporto virtuoso tra politica e società civile.

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