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Roma
Kevin Spacey, il bad guy di Hollywood a Roma: “Terroristi? Perdenti e tristi”

di Massimiliano Martinelli

Kevin Spacey, bad guy di Hollywood, presenta a Roma la nuova pellicola di Edgar Wright “Baby Driver”. Sketch e sorrisi nell'incontro con la stampa, ma anche attualità politica: “Terroristi? Perdenti, tristi e isolati”.

 

Non solo un “cattivo ragazzo” o un villain del grande schermo, ma anche, e soprattutto, un attore di successo con l'entusiasmo di un bambino. Due volte premio Oscar e ormai volto storico del cinema americano e internazionale, Kevin Spacey arriva a Roma per raccontare Baby Driver. L'ultima opera dell'inglese Edgar Wright, regista ed autore della cosidetta “Trilogia del cornetto”: L'alba dei morti dementi, Hot Fuzz e La fine del mondo. Tre opere a loro modo geniali, che hanno rivoluzionato la classica commedia, fondendola spesso e volentieri con altri generi come thriller e fantascienza. A tu per tu con la stampa, l'attore statunitense racconta il rapporto con Wright, svelando la propria stima e ammirazione per il regista: “Adoro Edgar Wright, è sveglio, brillante e divertente. Amo il suo modo di usare la musica. Poi il personaggio di Doc sarebbe stato perfetto per Michael Caine – ammette ridendo - quindi non potevo non accettare”. Tra risate, sketch e canzoncine Spacey si improvvisa show-man e padrone di casa, regalando un primo assaggio di quel talento spontaneo e travolgente che lo contraddistingue da sempre. L'attore americano scherza infatti con l'interprete e la stampa, svelando, tra il serio e il faceto, il ruolo centrale della musica all'interno dell'opera, quasi a metà tra musical e film action: “Prima di inviarci la sceneggiatura, Edgar Wright ci ha mandato un CD con la colonna sonora del film (Barry White, Queen, Simon & Ganfunkel e i Commodores tra gli altri). Così ho letto il copione al ritmo di musica, ed è stata una lettura sexy. Quando poi siamo andati sul set, abbiamo dovuto recitare, in alcune scene, seguendo il ritmo di brani che ascoltavamo tramite le cuffiette. Era come  danzare, magnifico”.

La pellicola, in arrivo nelle sale italiane il 7 settembre, lo vedrà nei panni di Doc, il boss di una sgangherata band di rapinatori, tra i quali l'eccentrico Bats (Jaimie Foxx) e il ragazzo prodigio Baby (Ansel Elgort). Protagonista del racconto proprio Baby, pilota geniale vittima di un trauma che lo costringe a sentire continuamente la musica. Il giovane mette a disposizione della banda di Doc il proprio talento, salvo innamorarsi di Deborah (Lily James) e convincersi ad abbandonare la vita criminale. Tra fughe rocambolesche e inseguimenti adrenalinici spicca una colonna sonora d'eccezione, che detta l'intero ritmo del film. L'originale pellicola di Wright si colloca così a metà tra una commedia, un musical ed un film action, dando vita ad un prodotto del tutto inedito. Per Kevin Spacey nuova avventura quindi ma vecchio ruolo, quello dell'antagonista, come già accaduto in moltissimi altri film. Una curiosa costante nella sua lunga carriera, a cui però l'attore non sembra dar peso. A chi gli fa notare la sua fama da villain o antieroe del cinema, Kevin Spacey risponde infatti giocando con il proprio bicchiere di vino, per poi alzare gli occhi e, molto candidamente, ammettere: “Non giudico i miei personaggi, non è il mio lavoro decidere se siano buoni o cattivi. È un compito che tocca ad altri. Il mio lavoro consiste nell’interpretare un personaggio, nel dire ciò che pensa e nel fare ciò che fa. Al pubblico piacciono personaggi così, è attratto dagli uomini machiavellici, dagli antieroi. Un fenomeno esploso secondo me  con show come I Soprano”. Nessun pregiudizio o distinzione tra eroi ed antieroi quindi, è solo una cosa a spaventare il bad guy per eccellenza di Hollywood: “Le uniche parti che non voglio accettare, sono quelle scritte male. Non mi censuro e non scelgo io i ruoli, sono aperto a tutto. L'unica cosa che mi spaventa è la stupidità”. A chi gli chiede le difficoltà del mestiere, Spacey risponde infatti sfoderando il sorriso e l'entusiasmo di un giovane alle prime armi: “Non è difficile, è bello e divertente. Il mio mestiere è fingere e per me è un piacere, altro che difficile!”.

L'attore classe 1959 non si esime poi dal commentare il tema del terrorismo islamico, più attuale che mai dopo l'attentato di Barcellona. Nonostante l'iniziale riluttanza Spacey risponde infatti da perfetto uomo politico, forse sull'onda del suo Frank Underwood, incoraggiando una risposta vitale e positiva anche di fronte alla paura e al terrore: “Io non credo che l'Europa e Londra siano sotto attacco. Ci sono solo alcuni perdenti, molto tristi e isolati, che scelgono il modo più facile per ferire e uccidere le persone. È triste e orribile che ci siano persone ferite e uccise, ma è molto importante il modo in cui rispondiamo. Ai media piace scrivere queste cose ma non è così, si tratta di pochi elementi. E il modo di rispondere a tutto questo è dimostrare che noi non siamo sotto attacco e alla fine le cose andranno a posto".

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baby driverbarcellonaedgar wrightfilmhollywoodkevin spaceyromaterrorismo






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