L'avventura Etiope di Charize, miss Italia Perù, ora romana

Da Miss Italia in Perù, e subito promossa in tv come Letterina in versione Sudamerica,  a Roma per la sua seconda vita. Charize Gonzales, 32 anni, ora è pierre di una nuova avventura nel settore della moda e divide con una stilista africana il progetto di portare in Etiopia il gusto italiano della moda e di cedere alla contaminazione di quello che ella stessa definisce "un Paese con grandi prospettive di sviluppo".
La sua è una di quelle vite che merita l'appellativo di avventura. A 14 anni viene scoperta da un talent peruviano che la convince a partecipare al concorso di Miss Italia oltreoceano e Charize arriva terza. Il costume da bagno con la fascia tricolore sarà il passaporto per un'adolescenza di studi e sfilate sino all'anno 2000, quando i genitori, in Italia dagli Anni '80 la richiamano perché la stagione della gioventù è finita.

Allora Charize, che ci fa una ragazza peruviana in Italia?
"Scopre questo "nuovo vecchio continente" e cerca di capire il destino cosa le riserva. Intanto mi ha riservato una stagione di studi perché il diploma di Liceo e la triennale in Scienze Infermieristiche non erano riconosciuti in Italia e così ho dovuto ricominciare a studiare. Sospesa la parentesi studi ho ripreso a lavorare nel mondo della moda e a sfilare. Fino a quando ho conosciuto la stilista africana Senait Mario, un'ex modella che sta sviluppando un progetto ambizioso. Prima di essere ospiti ad AltaRoma abbiamo portato a termine un progetto affascinante: portare in Etiopia la nostra moda e unirla ai loro colori. Un mese intero in Africa, durante il quale ho visto i forti legami che ha questa terra con l'Italia. Lì c'è un lago che somiglia al nostro di Bracciano, pieno di localini e ristoranti che hanno nomi italiani. L'Etiopia è un Paese che sta risorgendo paragonabile per energia all'Italia dei primi anni '80".

E quindi vi buttate nell'avventura?
"Sì, a stiamo organizzando per settembre un nuovo evento sempre legato alla moda che dovrebbe aprirci definitivamente le porte. Incrociamo le dita".