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Roma
L'ultima follia del genio Crespi: “Ecco perché Renzi e Obama hanno perso"

In principio furono Jhon Lennon, Andy Warhol, Gandhi e Steve Jobs, poi Antony Robbins, Alfio Bardolla, Roberto Re e ora Luigi Crespi che, con la sua genialità lancia la sua sfida alla domanda di cambiamento individuale in una società in cui le vecchie regole non valgono più. Life coaching o “motivazione di crescita personale” è la parola d'ordine che si sostanzia attraverso un progetto ambizioso che vale quanto e più di un programma politico: ”La fabbrica dei leader”.

Politici sopravvissuti alla Prima e alla Seconda Repubblica, manager, imprenditori e “gente qualunque”: oltre 500 persone si danno appuntamento a Roma al The Church per i prossimi 21 e 22 gennaio per una 48 ore di training motivazionale che segna la terza vita dell'ex spin doctor di Berlusconi, Luigi Crespi, sopravvissuto con forza ed eleganza a vicende giudiziarie lunghe 12 anni e che ora punta “alla ricerca del sapere”.

Crespi archivia definitivamente il “contratto con gli italiani” e, dopo una stagione passata ai studiare i guru, trova la chiave di volta dei 50 anni di vita e si mette al lavoro per costruire logiche e motivazioni per cambiare.

Racconta ad affaritaliani.it: “Ho incontrato un investitore di Come che si occupa di formazione e che ha creduto nel progetto e così ci siamo messi al lavoro per dare una risposta moderna ed efficace al mercato del sapere: chi ha deciso di cambiare ha solo bisogno degli strumenti e noi siamo in gradi di darli. “La fabbrica dei leader” parte da una suggestione e da 4 archetipi come Lennon, Warhol, Ghandi e Jobs e da una struttura di costruzione teorica del successo, supportata da immagini circolari. E' una cessione di conoscenza che diventa uno spettacolo con una struttura avvolgente che costruisce un percorso emozionale. Accanto all'incantesimo la vera struttura formativa digitale con programmazione neuro linguistica, tecniche del linguaggio e della rappresentazione e public speaking che costruiscono il vero un bagaglio formativo. Perché il sapere è sensoriale prima, e reale dopo”.

Ma poiché la politica è un virus virale, Crespi non abiura: “E' vero, la politica c'è ma è sullo sfondo come uno dei tanti argomenti. Facciamo un esempio: Trump insegna che la centralità non è più nei grandi media ma nella capacità di governare i flussi dei piccoli media che vanno orientati secondo tecniche precise. Chiunque ha un idea e un prodotto ha una chiave, come Gianluca Vacchi è un muta nella pubblicità online con quello che è stato definito un ballo demenziale. Obama da uomo più potente della terra nello stesso periodo ha avuto 950 mila impression, lui 12 milioni ed così chiaro il motivo per cui ha perso le elezioni. L'infuencer non è più Obama perché è usurato, bensì Vacchi. Immaginate cosa sarebbe accaduto se al referendum Matteo Renzi avesse avuto l'endorsment di Vacchi invece di quello di Obama... Ora: chi è il matto? Vacchi che si diverte in barca  O noi che lo abbiamo definito un deficiente marginale? Il tema vero è che le strutture del nostro giudizio non si combinano più con la realtà e quando accade viene fuori un Renzi che aveva una mappa perfetta della società che però non era reale”.

Archiviato l'appuntamento di Roma, Crespi prepara l'evento storico: “La prossima Fabbrica dei leader sarà in Romagna, precisamente nel tempio della discoteca Cocoricò”. Qualcosa come 2-3 mila persone che potranno ballare e studiare per capire come Vacchi ce l'ha fatta e Obama no.

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