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Roma
La bocca di una donna è un bocciolo di rosa. Cento anni di make up, firmati Ciaramella

di Tiziana Galli


Sembra una legge inderogabile: maggiore è la crisi maggiore è il consumo di make-up. In poche parole, la crisi rende belli. Le statistiche parlano chiaro e la storia non ha dubbi: quando l’economia traballa aumenta la vendita dei prodotti di bellezza. “Questo fenomeno nasce in America negli anni ’20, mentre l’Europa era ancora bloccata dalla guerra.”
A raccontarlo è Antonio Ciaramella, make up artist e consulente d’immagine di grido che sta totalizzando record di vendita, nella letteratura di settore, con il suo libro “Make-up. Cento anni allo specchio". “Nell’emancipata America degli Anni Venti il rossetto era diventato il segno di riconoscimento delle suffragette, assurgendo automaticamente a simbolo dell’indipendenza femminile. Mentre le femministe combattevano per l’approvazione del IXX emendamento, nelle sfilate di protesta Elisabeth Arden e Helena Rubistein regalavano rossetti per le strade della città. Siamo a ridosso dei grandi cambiamenti sociali del XX secolo, ma soprattutto siamo alle soglie della grande crisi economica americana".
E’  qui che tutto ebbe inizio?
“Esattamente. Fu un momento di grandi rivoluzioni sociali che determinarono anche il cambiamento di molti canoni estetici.  L’ideale di bellezza femminile cambiò contorni lasciando prendere il sopravvento al look androgino, caratterizzato dal rinomato taglio dei capelli corti, ma nonostante questo terremoto estetico alcuni retaggi relativi al concento di femminilità rimasero ugualmente intatti e, sia la letteratura che l’arte, non ebbero mai dubbi in merito: la bocca di una donna, continuamente paragonata ad un bocciolo di rosa, doveva essere piccola".
Cosa doveva avere una donna per essere ritenuta bella?
“Uno sguardo magnetico. Era il tempo del cinema muto e il linguaggio cinematografico spostava l’attenzione dell’osservatore interamente sugli occhi delle attrici. Questi erano la sede del fascino".
Cosa avvenne con la nascita del sonoro?
“Necessariamente, la protagonista indiretta della scena divenne la bocca aprendo le porte ai nostri tempi e segnando ineluttabilmente un punto di non ritorno. Il divismo hollywoodiano degli Anni ’40 diede il proprio contributo esplicitando maggiormente il linguaggio sessuale: le bocche presero volume e si dipinsero di rosso".
Impossibile non pensare a Marilyn Monroe...
“Esatto. Anche questo però ebbe vita breve perché i tempi cambiarono in fretta e già negli Anni ’60 e ‘70 la donna sentì il bisogno di liberarsi, anche esteticamente, da stereotipi che non le calzavano più. A quei tempi la libertà si celebrava attraverso la nudità: i centimetri di pelle scoperta determinavano il grado di liberazione sessuale raggiunto e anche il trucco doveva adeguarsi: la donna si scopriva e il make-up si alleggeriva diventando improvvisamente semplice".
E quando torna di moda il colore?
“Decisamente con gli Anni ’80, nel tempo della disco-music. Ora la donna è aggressiva, incisiva e manager, ma allo stesso tempo non vuol rinunciare alla propria femminilità. Vuole essere bella, femminile e potente. Icona dell’epoca infatti è Joan Collins in “Dynasty”, perennemente inguainata nei suoi lussuosissimi abit"i.
Arriviamo a noi.
“Si. Negli Anni ’90 il minimalismo detta legge: la femminilità è basica ed essenziale, ci si veste di beige e di grigio ma la bocca si fa scura. Chanel inventa il rossetto “rouge et noir”. L’imperativo categorico di una donna ora è essere sexy ma non frivola. Nel 2000 il codice di bellezza lo impone Angelina Jolie. Dal 2000 ad oggi la chirurgia estetica ha dato una grossa mano alle tendenze moda per cui il bisturi è subentrato al rossetto.  Il tradizionale scopo del make-up viene sostituito dall’intervento chirurgico pertanto il trucco può alleggerirsi, quindi aumenta la produzione di gloss e si moltiplicano le nuances pastello".
Quindi questa primavera, il trucco c’è ma non si vede?
“Questa primavera il trucco deve essere leggero e ben idratato. La sensazione che la pelle deve dare è quella della freschezza".
Il rossetto di quale colore dovrà essere?
“Rosso mela, rosso diva, lampone. Rossi caldi, ma attenzione: il rosso deve solo sublimare la bellezza, non deve caricare il trucco".
Un esempio?
“Le principesse Disney. Ma più di ogni altra cosa, ora non bisogna somigliare a nessuno. La donna ha finalmente guadagnato la possibilità di essere se stessa. Sempre unica. Anche al Golden Globe, quest’anno, il must è stato questo".
Quindi, ricapitolando cosa dobbiamo tenere nel necéssaire?
“Crema colorata, fondotinta con fattore di protezione almeno 15 e illuminanti fluidi e non".
Un consiglio per concludere?
“Occhio ai selfie perché la crema illuminante riflette molta luce!”.

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Tags:
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