La lotta al Coronavirus vista dalla finestra di casa: la nuova vita dei romani
di Pierluigi Pasqualetti
La lotta al Coronavirus vista dalla finestra di casa. Un esercito di romani, dopo cinque giorni di reclusione forzata, no sa più che inventarsi: basta affacciarsi per rendersene conto.
C'è chi lucida l'argenteria. Chi spazza lo sgabuzzino che magari era chiuso da 3 anni. Chi sistema le finestre. Chi prende cacciavite e martello per darsi a un bricolage improvvisato.
Una voce arriva dal basso: “Tesoro, dove hai messo il Sidol?”; “Ma che ce devi fa'?”, la risposta da una camera vicina”; “Devo lucidare il piatto di rame comprato Yucatan”. E poi tanta vicinanza domestica genera liti incredibili: “Ieri sera mi sono trovata con mio marito a litigare per chi doveva spalmare la nutella a nostra figlia – racconta Livia –. Alla fine ci siamo guardati e ci siamo detti che stiamo impazzendo”. Ed è proprio così.
Le persone non sanno più come uccidere il tempo. Finite le serie su Netflix. Scaricato tutto lo Sky on demand. Presa d'assalto tutta la libreria di Youtube che fare? Telefonare compulsivamente all'amico del cuore aiuta fino a che lui non ti prende a parolacce. E allora buttiamoci in cucina: pasta all'uovo, pizza fatta in casa, c'è persino chi ha provato a fare i tortellini. “A fine emergenza sarò ingrassato 15 kg – spiega Luca, manager Toyota –. L'unico vantaggio è che non vedrò mia suocera con l'emergenza”. I pavimenti splendono come sale operatorie, lavate stoviglie e persino il servizio di piatti del matrimonio di nonna. Che fare? Stando alle vendite di preservativi (+19% a Roma: dati Federfarma) i romani stanno ritrovando l'amore. E questa volta non vale la regola che chi non lavora....
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