Roma
La perla del Palatino torna a splendere: restaurati gli Horti della Farnesina
La Roma rinascimentale e Barocca torna visitabile dopo 5 anni
Statue, piante esotiche ed architetture barocche emergono dal cuore della Roma Antica. Riaprono al pubblico gli Horti della Farnesina, tesoro segreto del Palatino.
Terminano gli interventi di restauro dell'area iniziati nel 2013, che hanno restituito alla luce opere come il Ninfeo della Pioggia ed il suo fascino antico, le due immense voliere che sovrastano la Basilica di Massenzio e il Teatro del Fontanone, dove è tornata a scorrere l'acqua. Gli Horti Farnesiani entrano a far parte di un percorso alternativo all’interno del Parco Archeologico del Colosseo, n percorso lento, di meditazione, per assaporare a pieno la meraviglia di questi luoghi attraverso la mostra "Il Palatino ed il suo giardino segreto. Nel fascino degli Horti della Farnesina". Un'esposizione pensata per raccontare uno dei luoghi più simbolici della Roma rinascimentale e barocca, cominciando dal Ninfeo della Pioggia, un grande grotta pensata dai Farnese come un luogo di ricreazione e recentemente messo in sicurezza, riaperto e presto restaurato. Il nuovo percorso prosegue opi lungo le scalinate, fino a raggiungere le due grandi uccelliere che, in occasione della riapertura, ospitano le sculture del Barbaro Inginocchiato e di Iside Fortuna, proveniente dalla collezione Farnese del Museo Archeologico di Napoli.
“Oggi - ha spiegato Alfonsina Russo, direttrice del Parco Archeologico del Colosseo - restituiamo un luogo straordinario ed unico al mondo dopo 5 anni di restauro. Restituiamo un percorso alternativo a quello ordinario, un percorso unico perché visitatore avrà un anche un luogo in cui meditare. I Farnese - ha chiarito - crearono qui loro residenza estiva ed il primo orto botanico della storia arricchito anche con piante esotiche arrivate dall’America e le due uccelliere in asse con Basilica Massenzio. Inoltre il restauro è stata anche l’occasione per il ritorno di due statue prestate dal Museo archeologico di Napoli e che facevano parte della collezione Farnese”.