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Roma
La resa del Pd: a Roma le primarie. Ciaccheri: “Per noi è già una vittoria"

Il Pd si è arreso: dopo la girandola di nomi e di smentite, alla fine la scelta di un candidato o di una candidata a sindaco di Roma da contrapporre alla Raggi e al centrodestra ancora “in bambola” uscirà dal cilindro delle primarie.

A dispetto dell'apparato che tentennava, la prima vittoria se l'è aggiudicata la base, da Amedeo Ciaccheri sino a Giovanni Caudo e Sabrina Alfonsi che volevano una ripartenza della sinistra post-Ignazio Marino proprio dai territori.

Ciaccheri, dopo 6 mesi di lavoro con Liberare Roma finalmente ce l'ha fatta: il Pd è all'angolo e non trovando un candidato da opporre a Raggi alla fine ha accettato le primarie. E' una vittoria?

"Sì ma non è il Pd che è all'angolo, anzi è un bene che il Pd torni al centro della coalizione. E per liberare Roma è una soddisfazione perché significa apertura del campo democratico e le primarie come per primo ho detto dallo scorso gennaio. E' il momento di costruire un'alleanza larga, democratica, plurale e per battere le destre. Il vero competitor su Roma sono loro. La spinta del Pd può e deve essere l'argine alla Destra e il Pd con generosità e coraggio guiderà la coalizione. Ma da solo il PD non basta: noi lavoriamo per una lista civica ecologista femminista e di sinistra”.

Caudo, Cirinnà, Alfonsi, Zevi e Ciani. L'unico candidato che ha la tessera del Pd è la Cirinnà. Non è che finirete schiacciati dalla gioiosa macchina da guerra?

“Più che una gioiosa macchina da guerra la chiamerei la nuova speranza per Roma e la costruiremo insieme. E' questa la sfida: un'alleanza che faccia perno sulle geografie biografie dei candidati e sul progetto. Sono convinto che in questa coalizione la sinistra presenterà una proposta. Noi abbiamo dato vita a un percorso che di chiama Liberare Roma e speriamo vogliamo sia lo slancio giusto per un rinnovamento ecologista civico e femminista della sinistra oltre la frammentazione. I nomi vengono dopo “.

Ma il Pd non è sempre quello che ha cacciato Marino e così ha consegnato Roma ai 5 Stelle?

“Nel corso di quest'anno penso sia cambiato molto. C' stato un passaggio importante con Nicola Zingaretti. Oggi il Pd deve dimostrare che dopo 10 anni da Alemanno a Raggi c'è una svolta. Dobbiamo pensare ai bisogni e alle aspettative di romane e romani che la Raggi ha tradito”.

Facciamo un film. Poniamo che Cirinnà vinca le primarie e che Ciaccheri si facci la sua lista in appoggio alla candidatura e che poi la sinistra vinca. A Ciaccheri andrebbe un posto in Consiglio Comunale come capolista e basta. Ma a Ciaccheri non converrebbe una candidatura isolata da sindaco?

“Oggi sono presidente di Municipio e lo farò sino all'ultimo giorno. Io sono il portavoce di questo movimento che è a disposizione per ricomporre la proposta ecologista e municipalista della città, evitando la polverizzazione delle proposte. Liberare Roma sarà al tavolo della coalizione e le primarie sono un passaggio qualificante. Certo le autocandidature hanno ispirato tanti ma bisogna superare la logica dei nomi e costruire la campagna”.

Riproponiamo la domanda. Perché no Ciaccheri sindaco? Costringerebbe il Pd all'angolo...

“Io ora sono all'VIII Municipio e ci resto, il resto si vedrà.  Voglio giocarmi la partita di costruire coalizione, programmi e primarie per rigenerare il campo progressista . Fare il candidato alle primarie non è l’unico modo per lavorare per Roma”.

Primarie aperte, primarie chiuse, non è che si ricomincia col balletto delle regole?

“Aperte con regole chiare perché non sia un concorso di bellezza o la giostra dei posti in Campidoglio. Regole chiare: chi si candida deve rappresentare la città e la proposta politica della coalizione”.

Esclusa ogni alleanza con la Raggi?

“E' esclusa. Io penso all'elettorato tradito he ha creduto in lei.. non avrebbe senso. Sono stato per 5 anni all'opposizione e non possiamo permetterci di giocare”.

Neanche a un secondo ipotetico turno?

“E' un'altra storia. Al ballottaggio ci arriva chi convince i romani. Noi dobbiamo lavorare per vincere al primo turno. Al secondo turno ci sarà un'altra storia in base a chi ci arriverà”.

E se fosse la Destra ad arrivare con voi al secondo turno?

“Io penso chele operazioni matematiche non funzionano mai. I voti non si traslano. Funziona la capacità di parlare , la proposta e il linguaggio più convincente”.

Chi teme come candidato della Destra?

“Temo una sola cosa: che la Destra si avvantaggi di un tavolo di coalizione che non sia produttivo. Non ha un candidato e si fanno tanti nomi ma ho l'impressione che siano in una grande confusione. Ha un unico vantaggio il nostro ritardo”

Due nomi per la Destra. Chiara Colosimo o Roberta Angelilli: chi preferirebbe?

“Due nomi importanti con capacità e che stimo. Ma è già difficile scegliere nel nostro campo, figuriamoci se metto becco nel campo avverso”.

Ignazio Marino si presentò alle primarie a poche ore dal voto e vinse. Potrebbe riaccadere?

“Le primarie per essere vere non devono essere scritte ma appunto contendibili”.

L'errore più grande della Raggi?

“Aver sbagliato completamente la sua squadra. Non ha saputo scegliere e ha trasformato il governo di una Capitale nell'ordinaria manutenzione”

E lo Stadio della Roma?

“Per lei è un tema di campagna elettorale. Ma quell'operazione al tempo del Covid come si sosterrà economicamente? Non se l'è ancora chiesto?”.

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