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Roma
Lago di Bracciano prosciugato, stop ad Acea ma ormai è disastro ambientale

Lago di Bracciano: la Regione blocca i prelievi da parte di Acea Ato 2 ma secondo il Comitato Difesa del Lago, il provvedimento non basta a rimediare al disastro ambientale causato dalla siccità e da una male gestione del lago e del suo bacino idrico.

 

La determinazione G 18901 adottata dalla Regione Lazio lo scorso 29 dicembre è un “compromesso” insufficiente a rimettere a posto la situazione. Il provvedimento impone di non superare il livello di  161,90 metri e stabilisce di “condizionare l'attivazione delle captazioni da parte del gestore per eventuali situazione di emergenza, alla preventiva richiesta e conseguente autorizzazione espressa della competente Direzione regionale”.

“Se è un bene che finalmente sia stato posto un limite allo strapotere di Acea Ato 2, è anche vero che la soluzione adottata lascia aperti ed irrisolti  molti interrogativi. Non è chiaro ad esempio a chi spetti la competenza di autorizzare i prelievi, mentre la semplice dicitura “compenso stagionale” lascia spazio a varie interpretazioni”, spiega in una nota il Comitato Difesa del Lago.
“Se finalmente viene ribadito che il limite da non superare sia quello dei 161,90 metri sopra il livello del mare, è pur vero è che il livello “naturale” del lago - confortati da una serie storica dell’andamento del livello - sia quello dei 163,04 metri s.l.m., mentre oggi la Regione Lazio dà per buono un limite già scritto fin dal 1990 e non rispettato”.

Il Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale di Bracciano-Martignano ribadisce che, in linea con la legge 5/2014 e con lo spirito referendario sull’acqua bene comune, l’autorizzazione di eventuali prelievi non possa dipendere da decisioni Acea ma debba spettare ad una Autorità di Bacino istituita, in ottemperanza a direttive europee, con sistemi di partecipazione che coinvolgano Comuni, associazioni e cittadini.
Il Comitato ha quindi anticipato che proseguirà l’iniziativa intrapresa volta ad una gestione partecipata dell’uso dell’acqua del territorio sabatino con la presentazione di una legge di iniziativa popolare che istituisca la relativa Autorità di Bacino e fa appello alla Procura della Repubblica di Civitavecchia affinché sia fatta piena chiarezza sulle responsabilità oggettive del disastro ambientale provocato ad un ecosistema protetto a livello regionale ed europeo.
“Auspica che ai fondi già stanziati dalla Regione Lazio, di soli 30mila euro, se ne aggiungano altri ben più consistenti, considerato che i nostri consulenti scientifici stimano che per un serio progetto di valutazione e monitoraggio dello stato ecologico del lago di Bracciano siano necessari almeno 800mila (800.000) euro. Vanno inoltre pretesi interventi infrastrutturali di lungo termine quali il ritorno delle acque depurate del Cobis al lago così come già evidenziato nel documento del Comitato dell’Aprile 2017”.

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