Roma
Le case "popolari" non ci sono più La stangata ai furbetti del centro
Dall'Aventino a Trastevere, passando per Borgo, Prati, San Saba, XX Settembre, Salario, Trieste, Parioli e Gianicolo ma anche le ville della via Appia Antica. In totale 17 zone dove il riclassamento degli immobili, cioé la revisione degli estimi catastali ha prodotto, la cancellazione dal cuore della "Roma bene" di tutti gli appartamenti precedentemente classificati come ultrapopolari (A/5) e la riduzione delle abitazioni di tipo popolare (A/4) ed economico (A/3).
Per i 175 mila proprietari che sino ad oggi vivevano accanto a monumenti di pregio mondiale o in punti della città invidiati, la scoppola è pari a 123 milioni di euro che peseranno come macigni sulle tasse per la casa.
Alla batosta si aggiunge anche il cosiddetto "invito bonario", cioé le lettere che il Comune di Roma ha inviato ai proprietari, invitandoli a spiegare lo "scostamento" tra il valore catastale dichiarato e quello reale. Al termine del processo, appartamenti e case prima censiti con le più diverse destinazioni d'uso sono aumentati di 30 mila eunità e le case popolari che "popolari" non lo sono più sono state 20 mila.
A rendere noti i dati del cosiddetto "classamento" è stata l'Agenzia delle Entrate nel corso della Conferenza Stato-città ed autonomie locali.
Nello stesso periodo il Comune di Roma si è attivato incrementando le abitazioni civili (circa 30.000 le abitazioni interessate) e riducendo di 20.000 unità quelle popolari. Per i proprietari di case ex popolari nel centro di Roma non tresta che pagare. Ora possono certificare di vivere nel lusso.