Liste elettorali, incubo centrodestra. Quando Milioni mangiò il panino...
Al Comune la quota 48 candidati sembra irragiungibile
di Patrizio J. Macci
Il terrore di non farcela punisce soprattutto il centrodestra diviso. Forza Italia arranca nella compilazione della lista per il Campidoglio mentre nei Municipi è "alto mare"; i Fratelli d'Italia si contano uno ad uno almeno tre volte al giorno, per non parlare di Noi con Salvini che ha deciso di non presentarsi in alcuni Municipi.
Effetto dei sondaggi e dell'aritmetica elettorale, ma anche della crisi economica che ha stoppato buona parte degli attivisti politici impegnati sì ma non certo con la voglia di uscire dalle urne senza neanche il voto dei parenti. Il problema non risparmia neanche la Lista Marchini che, seppur forte di una mobilitazione che dura da anni, come gli altri ha difficoltà ad arrivare a quota 48 candidati per il Comune e 25 per i Municipi.
Ma con la compilazione delle liste elettorali il Centrodestra nelle ultime tenzoni elettorali, ha avuto un rapporto movimentato Da quando non è più Berlusconi a compilarle di suo pugno, negli anditi segreti delle sue stanze, l'occasione diventa evento, notizia destinata a occupare le cronache.
Correva l'anno 2010, il voto era quello per la Regione, Renata Polverini la candidata al posto di Governatore. La beffa si consumò per un panino galeotto nell'ultimo giorno utile. Il fotofinish elettorale all'amatriciana.
Almeno così la raccontò Alfredo Milioni, presidente del XIX Municipio ex dipendente Atac approdato prima in Forza Italia e poi nel Pdl dal partito socialista, un pesce piccolo che si ritrovò casualmente in un acquario dove si aggirano squali affamati di poltrone. Un quarto d'ora di notorietà mediatica per un piccolo uomo che è diventato un personaggio degno di un racconto di Gogol. Il suo cognome conteneva una predestinazione. Il "povero" Milioni recatosi in tribunale per presentare la documentazione con i simboli e i le liste dei candidati compilate, si ritrovò sbalzato fuori dalla fila in un men che non si dica.
Spintonato, cacciato, insultato dagli avversari e da membri del suo stesso partito.
La fame galeotta lo aveva tradito. I morsi del bisogno fisico avevano vinto sulla passione politica. Si era allontanato per consumare un panino, al suo ritorno trovò la porta chiusa. Le ricostruzioni a posteriori si sprecarono: secondo alcuni si era imboscato per apportare cancellazioni e sostituire alcuni nomi all'ultimo momento, a detta dei suoi compagni di partito erano stati gli avversari a tentare di estromettere la loro lista dalle elezioni. Secondo alcuni a chiudere le porte erano stati i Radicali, o meglio alcuni simpatizzanti pannelliani, per tradizione e militanza abituati al digiuno.
Un pasticcio in piena regola che portò alla mancata presentazione delle liste del Pdl, querele, denunce e controdenunce.
Il panino di Milioni diventò immediatamente proverbiale, oggetto di infiniti sfottò. Ma le reazioni dei politici Pdl furono stizzite e roboanti. «In questo paese la democrazia deve prevalere sulla burocrazia e sulla violenza», disse Renata Polverini durante una manifestazione di piazza, convocata il giorno dopo per protestare contro la mancata presentazione della lista del Pdl nel Lazio. "È stato compiuto un gesto di violenza contro due persone perbene che si sono lasciate intimidire da esponenti della sinistra", aggiunse Renata la Polverini. Avevano ragione tutti e nessuno. Milioni di bugie.
È la politica (in Italia), bellezza.