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Roma
Lokdown ristoranti: fischi per Salvini al Pantheon: “Conte facci lavorare"

Chef, camerieri, gelatai, pasticceri e imprenditori della ristorazione. La società civile replica apparecchiando un grande tavolo sui sanpietrini del Pantheon ai disordini di Forza Nuova e Casapound. E la politica finisce all'angolo. Bordata di fischi per Matteo Salvini e Gianmarco Centinaio, i leghisti che sono saliti sul carro della protesta del comparto ristorazione, organizzata in tutta Italia dalla Fipe.

Nonostante le bordate il leader della Lega improvvisa un minicomizio ad uso stampa e presenta “il piano alternativo” al Dpcm Conte che obbliga a sparecchiare i tavoli alle 18 in punto e condanna il settore all'agonia. Salvini ci prova a parlare e spiegare mentre una tromba suonata da uno cuoco in divisa accenna al silenzio.

A parte i cori anti-Salvini, “ordine e disciplina”, sinonimo di civiltà segnano il sit-in statico sul quale è calato il segreto per evitare le infiltrazioni dei protagonisti degli scontri a piazza del Popolo.

In piazza dipendenti e imprese hanno le idee chiare: “Fateci riaprire, perché non siamo noi i vettori del contagio da Coronavirus”. E sotto accusa finiscono bus e metropolitane e l'intero sistema dei trasporti urbani “unico vero pericolo”.

Ad onor del vero la piazza fischia Salvini ma poi snocciolala dieta della Lega: “Fateci riaprire perché abbiamo diritto a lavorare, la colpa dei contagi è dei bus, non nostra".

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