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Roma
Mafia Capitale, Alemanno di nuovo in ballo "Testa era un suo uomo". La testimonianza

di Valentina Renzopaoli

Fabrizio Franco Testa, ex manager di Enav finito nell'inchiesta Mafia Capitale perché considerato uno degli anelli più importanti di congiunzione tra il gruppo del “Cecato” e gli ambienti della pubblica amministrazione, era un uomo di Gianni Alemanno.
“Lo sapevano tutti, e lui lo andava sbandierando in giro”, tanto che fu proprio l'allora sindaco a fare “insistenti pressioni” affinché, nel 2009, fosse riconfermato membro del Cda di Enav, dove era stato per sei anni dal 2003 al 2009. A parlare sono due testi chiave della Procura, almeno per quanto riguarda la posizione di Testa.
Marco Milanese, ed deputato Pdl e per anni braccio destro e consigliere politico del ministro Giulio Tremonti, figura di spicco e di mediazione, stranoto nell'ambiente della politica e della pubblica amministrazione e Guido Pugliesi, “storico” amministratore delegato di Enav ed ex presidente del Cda, chiamati dai pm Ielo, Tescaroli e Cascini a testimoniare proprio per capire la provenienza delle pressioni fatte per la nomina di Testa e la successiva conferma a presidente di Techno Sky.
E al centro della loro deposizione c'è proprio il nome dell'ex primo cittadino di Roma, pure lui coinvolto nell'inchiesta e sotto processo in una delle due tranche parallele per corruzione e finanziamento illecito. Secondo i testi, fu proprio lui a sponsorizzare l'uomo che, secondo l'ipotesi accusatoria, avrebbe avuto il compito di “infiltrazione della pubblica amministrazione” e di “cerniera tra il settore imprenditoriale, che opera essenzialmente nella direzione pubblica, e quello politico, che esprime i decisori pubblici”, come si legge nelle carte.
La vicenda inizia quando, nel 2009 il Cda di Enav (società controllata dal Tesoro) in fase di rinnovo decide di non confermare Testa. In quel momento il premier è Silvio Berluscnoni, il Ministro dell'Economia è Giulio Tremonti e il ministro delle Infrastrutture è Altero Matteoli.
“Per una sorta di accordo interno Alleanza Nazionale decise di non ripropone Testa ma un'altra figura”, spiega Marco Milanese al Tribunale. “Il sindaco Alemanno ci restò male perché pensava che Testa sarebbe stato riconfermato. Alemanno se la prese con il suo partito e iniziò a fare pressioni. Cominciarono telefonate frequenti a Tremonti, ma anche all'ora Ad di Enav Puglisi, al presidente Martini al Ministro per le Infrastrutture Matteoli. Tremonti, che riceveva telefonate lunghissime di Alemanno, delegò me di risolvere la questione”, dichiara ancora Milanese.
“Alla fine, all'interno di Alleanza Nazionale si trovò la soluzione di e fu trovata un'altra collocazione, decidendo di assegnare a Testa la presidenza, che doveva essere simbolica e senza deleghe, di Techno Sky, una società controllata di secondo livello di Enav”, continua.
“Ero contrario alla sua riconferma perché gli contestavo capacità professionali e il fatto di non avere il profilo giusto per quell'incarico”, spiega l'altro testimone Guido Puglisi riferendosi alla riconferma come membro del Cda e anche all nomina come presidente di Techno Sky. “Testa mi fu segnalato per occupare la posizione di presidente di Techonosky da Milanese che era il braccio destro di Tremonti. Fui convocato da Milanese, presente anche il ministro, che mi chiese di risolvere il problema che era sorto con il sindaco Alemanno, feci un pò di resistenza ma, tenendo conto che non avrebbe avuto nessuna delega, decisi insieme all'allora presidente Martini di procedere alla nomina a Techno Sky”. Ma il suo incarico durò solo pochi mesi, da novembre 2009 a giugno 2013. “Dopo pochi mesi dalla nomina, nel gennaio 2010 mi accorsi che qualcosa non andava in Techno Sky, avviai un “audit” per valutare alcuni contratti e giugno decidemmo di far decadere il Cda”, spiega Puglisi. “In particolare, sorsero problemi con un contratto firmato gli ultimissimi giorni dell'anno con una società di un certo Marco Iannilli, su cui sono state scoperte parecchi irregolarità contabili e amministrative”, aggiunge Puglisi.
Marco Iannilli, anche lui imputato nel maxi processo, è il commercialista di Lorenzo Cola, il consulente di Finmeccanica, la cui villa a Sacrofano viene affittata per l’appunto al Nero.
Ma gli intrecci non finiscono qui: i nomi di Fabrizio Testa e Marco Milanese compaiono in coppia anche in un altro procedimento penale, tuttora in corso, in cui Testa, accusato di aver aiutato il deputato a procacciare un acquirente per il suo yacht facendo una “cresta” di almeno 250mila euro, per ottenere un appoggio che lo aiutasse a essere nuovamente confermato nel CdA di Enav, per l'appunto. Cosa che poi non avvenne.

 

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