Roma
Mafia Capitale, Alemanno testimone per Buzzi sceglie il silenzio

Al banco come teste della difesa di Salvatore Buzzi l'ex sindaco tace
Mafia Capitale, l'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, comparso oggi davanti ai giudici della decima sezione penale nella veste di testimone - come imputato in procedimento connesso - si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande delle parti. Alemanno, imputato in un processo parallelo - una delle tranche nata dall'inchiesta sulla cupola romana nel quale è accusato di corruzione e finanziamento illecito - era stato citato come testimone dalla difesa di Salvatore Buzzi.
"Credo che sia un modo di essere trasparenti e corretti rispetto a un procedimento che è molto delicato, che deve essere spiegato bene - ha commentato fuori dall'aula - Tra poco tempo ci sarà la mia testimonianza nell'altro processo e lì risponderò a qualsiasi domanda. Tutti quanti si potranno tranquillamente avvalere di quella che sarà la mia deposizioni e anche delle dichiarazioni spontanee che farò in quel processo".
Alemanno si è anche intrattenuto nell'analisi dei rapporti esistenti tra la burocrazia del Campidoglio e la politica, così come emerge dagli atti del processo: "Oggi c'è una confusione di ruoli in tutti questi processi che è impressionante. Quando ci saranno le sentenze si vedrà che ci sono situazioni completamente diverse. Sicuramente c'è una macchina amministrativa che sfugge al controllo dei politici e quindi su questo bisogna fare la massima attenzione perché la politica su questo può fare poco".
E c'è spazio anche per un piccolo mea culpa: "Sicuramente dovevo privilegiare la macchina amministrativa, cioè anteporre la macchina amministrativa rispetto alle grandi emergenze, appena sono arrivato in Campidoglio mi sono occupato del debito di 22 miliardi ereditato dall'amministrazione Veltroni e di quelle che erano le esigenze della città, mettendo in secondo piano il controllo sulla macchina amministrativa che doveva essere la priorità. Diciamo che mi sono avventurato in una durissima prova come quella di governare Roma con una macchina con il volante rotto e le ruote sgonfie qual è, purtroppo, la realtà amministrativa romana, malgrado tanti bravi lavoratori e dirigenti''.