Marino in Campidoglio celebra nozze. "Mi avrebbero messo la coca in tasca" - Affaritaliani.it

Roma

Marino in Campidoglio celebra nozze. "Mi avrebbero messo la coca in tasca"

La mattina dopo il giorno più lungo il sindaco dimissionario Ignazio Marino sale in Campidoglio da un ingresso secondario driblando telecamere e cronisti. Dopo qualche ora emerge dall'ingresso principale ma le uniche parole che affida ai microfoni raccontano il primo di venti giorni di ordinaria amministrazione: "Sto bene, vado a celebrare un matrimonio. Vado a celebrare l'amore".
Per il sindaco raddoppiata la scorta, cinque macchine contro le tre solite "e in piu' c'era personale aggiuntivo - denuncia il capogruppo M5S, Daniele Frongia - Gli uffici dell'Assemblea capitolina ci hanno detto che c'era un supplemento di scorta".

Nel frattempo in Aula Giulio Cesare si respira un clima da fine di un'era. I lavori dell'Assemblea capitolina non si sono praticamente aperti. La seduta in seconda convocazione si è aperta e subito richiusa per caduta del numero legale. Le dimissioni del sindaco di Roma, Ignazio Marino, sono state protocollate. La scadenza per la revoca delle dimissioni è il 29 ottobre.

Intanto in un colloquo con Massimo Gramellini pubblicato su La Stampa, Marino si scaglia contro i suoi detrattori: "È da ieri che non mangio e che non mi siedo: proprio come quando operavo. Avevano provato a mandarmi via con la Panda rossa, i funerali di Casamonica, la polemica sul viaggio del Papa. Se non fossero arrivati questi scontrini, prima o poi avrebbero detto che avevo i calzini bucati o mi avrebbero messo della cocaina in tasca".
"Mi hanno espresso vicinanza in due. Il ministro Graziano Del Rio e Giovanni Legnini, vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. Erano entrambi molto avviliti per quanto accaduto. Prendo atto che Pd e Sel, due partiti della maggioranza, hanno chiesto le mie dimissioni. E un chirurgo non può restare in sala operatoria senza il suo team. Eppure oggi ho visto tanti volti rigati dalle lacrime - conclude Marino - Alfonso Sabella, assessore e magistrato, mi ha detto che non piangeva così da 35 anni. E dieci consiglieri del Pd su diciannove mi hanno assicurato con le lacrime agli occhi che erano contrari alle mie dimissioni. Dieci su diciannove è la maggioranza… Se erano sinceri, il partito è spaccato in due".