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Roma
Mattia Santori e le Sardine: il futuro è ancora da scrivere. La previsione

di Beatrice 241 *

Mattia Santori, come un novello argonauta, conquista il mare con la sua avventura ittica. Giasone partì in nave, lui si è tuffato nelle piazze (il suo mare) travestito da sardina. Il primo andava a riconquistare il vello d’oro, l’altro vuole fare tante “bolle” fino ad oscurare Salvini. “Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza”. Per il leader delle Sardine, le mie carte parlano di un futuro ancora da scrivere.

Ma per scrivere un futuro occorre una penna, e la penna, per mettere nero su bianco quello che sarà l’epilogo della storia della Sardina 00 (come viene chiamato Mattia Santori dagli amici), non è stata ancora presa in mano da nessuno. Intanto, in un fenomeno come quello delle Sardine, Mattia Santori rappresenta il vero fenomeno, nel fenomeno: tiene la scena per lasciare il tempo, a chi decide, di rappresentare cosa fare.

Le carte mi parlano della sua storia che si discosta di gran lunga da quella raccontata da questo giovane bolognese che una sera, a suo dire, mentre andava in bicicletta verso casa, fu folgorato come Paolo sulla via di Damasco, e girato repentinamente il manubrio ha deciso di chiamare, subitaneamente, in adunata, nonostante l’ora tarda, i suoi tre amici di università, per proporgli di diventare Sardine. Da quel momento, secondo il suo racconto, le nostre piazze son divenute mari da conquistare da questi piccoli pesci.

Per le mie napoletane, sicuramente meno poetiche, il racconto è diverso e svelano che dietro le gesta di Santori ci sono accordi fatti tra quattro mura e cose decise, dette e condivise, per ora, da pochissimi. Questo, e non altro, ha trasformato i 4 giovani, in 4 Sardine capobranco. I ragazzi sono stati ammaliati da un’avventura meravigliosa e in più dal miraggio di un futuro con delle chance magiche rispetto a quelle che avrebbe potuto offrire loro, la grassa Bologna.

Il suo agire, o meglio l’agire delle Sardine, mi dicono i semi delle carte che uno ad uno si accostano sul mio tavolino, sarà caratterizzato da un moto così preciso e studiato tale da saper trasformare, in men che non si dica, il latte in panna.

In breve le Sardine faranno crescere in tanti la certezza che finalmente il nuovo è tra noi. (un po’ come fecero, a suo tempo, i 5 Stelle). La panna però si sa, è buona da mangiare con la cioccolata, o magari spalmata su un dolce pan di Spagna, oppure è meravigliosa per esaltare il gusto delle fragole, altrimenti, se non trovi velocemente il partner giusto che sappia sposare il suo gusto, rischi di non poterla consumare. Chissà cosa vogliono dirmi le mie napoletane? Forse che alle Sardine, per poterle conservare integre, serve in fretta un buon olio che non le faccia marcire? Lo troveranno? Le carte mi lanciano un segno d’incertezza. Forse le Sardine sono votate alla sparizione.

Mattia Santori parla ora di politica mettendo in fila poche parole: populismo, sovranismo, antifascismo, intolleranza per gli intolleranti, Salvini e, nonostante la sua esperienza nelle piazze aumenti di giorno in giorno, nulla aggiunge e nulla cambia al suo slogan. Le mie carte lasciano pertanto, a questo rinato Cola di Rienzo un consiglio: ogni incantesimo è meraviglioso, ma ogni incantesimo si rompe. Bisogna esser abili, proprio per questo, a saperlo vivere e percorrerlo senza lasciarsi travolgere. Non bisogna mai perdere di vista, anche solo per un attimo, la realtà, restando attenti a non lasciarsi travolgere dal delirio di essere l’unico padrone di un’utopia. Se questo non viene fatto, il prezzo da pagare è la fine di tutto poi, non rimane più niente.

Beatrice 241 è una donna fervente cattolica, appassionata di lettura delle carte - Beatrice 241 su FB

 

Leggi anche: Carlo Calenda come un ariete contro l'M5S. Le carte: c'è spazio per un trionfo

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