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Roma
Mausoleo di Augusto: all'apertura Raggi inviti anche Rutelli, Alemanno, Marino

Dopo 80 anni di incuria e 14 di contese amministrative e progettuali, il primo marzo aprirà finalmente al pubblico il Mausoleo di Augusto.

Celebre monumento funerario, eretto dal fondatore dell'Impero dopo la vittoria di Azio nel 31 a.C. per accogliere i resti mortali della gens Giulia  e della gens Claudia alla quale Augusto si era legato sposando in terze nozze Livia Drusilla, anche per dare al trono un erede, avendo avuto dal suo precedente matrimonio con Scribonia, solo una figlia (la sola e unica figlia naturale di Augusto), Giulia, che andrà in sposa in seconde nozze a Marco Vipsanio Agrippa, fedelissimo generale di Augusto, protagonista della vittoriosa battaglia navale di Anzio, console edile e delle acque, abilissimo architetto e urbanista del principato augusteo.

Realizzò fra l'altro il Pantheon, poi restaurato da Adriano, e gli acquedotti del Serino e dell'Acqua Vergine (che ancora oggi alimenta la Fontana di Trevi, la Barcaccia di piazza di Spagna, la Fontana dei Fiumi a piazza Navona). Sposando Livia, Augusto avrebbe adottato il figlio di lei, Tiberio, suo successore al trono.

Il Mausoleo di Augusto ebbe fin dall'inizio una funzione altamente politico-simbolica, monumentale sepolcro dinastico di una famiglia che ormai non nascondeva la sua ambizione di sostituire la Repubblica, già profondamente mutata con Giulio Cesare, con il Principato e poi con l’Impero.

Riaprire il primo marzo al pubblico questo sito archeologico è dunque cruciale per Roma e per i romani e io mi auguro che quel giorno Virginia Raggi inviti i suoi predecessori, in particolare Rutelli, Alemanno e Marino che tanto si sono impegnati per restituire centralità al monumento, alla piazza antistante e agli spazi esterni. L’inaugurazione avrebbe potuto aver luogo già nel 2014, per celebrare il bimillenario della morte di Augusto (63 a.C- 14 d.C.) e trattandosi del suo sepolcro sarebbe stato un evento assolutamente pertinente.

Fu più veloce Mussolini nel 1937 che, per celebrare il bimillenario della nascita di Augusto, inaugurò la nuova sistemazione dell'Ara Pacis rinvenuta negli scavi sotto palazzo Fiano-Peretti fin dal 1500 a Campo Marzio, e ora installata fra il Tevere e il Mausoleo di Augusto, nella Teca progettata dal Morpurgo nel 1937, con tetto e struttura portante in similporfido rosso e basamento in travertino bianco e ai lati ampie vetrate, più volte modificata e poi sostituita circa 70 anni dopo, nei primi anni 2000, dalla Teca di Meier.

Le premesse per celebrare anche il bimillenario della morte di Augusto nel 2014 c’erano tutte. Negli anni precedenti, fin dal 2009, il sindaco Alemanno aveva infatti sviluppato una serie di iniziative tecniche e organizzative con il governo Berlusconi per avviare il restauro integrale dell’involucro archeologico del sepolcro a pianta circolare e dei giardini del versante settentrionale. Non solo. Sempre la giunta Alemanno fece recintare tutta l'area circostante di piazza Augusto Imperatore, immediatamente prospiciente il Mausoleo, fino ad allora occupata da un ampio parcheggio, che è stato eliminato, riportando il livello stradale a quello archeologico, di epoca rinascimentale, di alcuni metri più basso, a formare la nuova piazza, una sorta di cavea, che aveva il pregio di far emergere di più il monumento funebre, in base ad un progetto di riqualificazione dei luoghi dell’architetto Francesco Cellini, che si era aggiudicato un concorso internazionale voluto nel 2006 dal Ministro della Cultura, e già sindaco di Roma, Francesco Rutelli, il secondo protagonista di questa importante sfida di recupero.

Il terzo protagonista fu indubbiamente Ignazio Marino che raccolse nuovi fondi insieme al Ministero dei Beni Culturali, circa 5 milioni, per completare i lavori di restauro del Mausoleo già iniziati con Alemanno in base ad un'accurata relazione storica della Sovrintendenza comunale di Roma, essendo il monumento di pertinenza comunale, diversamente dal Colosseo, di proprietà statale, che negli stessi anni (2010-2015) era anch'esso coinvolto da un imponente lavoro di restauro.

Mausoleo di Augusto e Colosseo furono dunque fra il 2006 e il 2010 le due grandi operazioni di restauro conservativo volute da Alemanno e Berlusconi e proseguite dalle amministrazioni successive, a riprova che la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale non devono avere colore politico. C’è tuttavia da dire che l'impulso iniziale, sia nel caso del Colosseo che del Mausoleo di Augusto, venne dato da governi e amministratori comunali di centrodestra e non senza incomprensioni e persino l’ostilità della sinistra che all’epoca osteggiò in tutti i modi ad esempio la sponsorizzazione integrale del restauro del Colosseo da parte di Diego Della Valle, considerata un’ingerenza del privato sul pubblico, salvo poi ricredersi anni dopo e considerare addirittura questa operazione un modello (‘modello Colosseo’) una forma di mecenatismo moderno, che divenne la base ispiratrice della nuova legge dell’Art bonus, una norma sulla fiscalità di vantaggio, per sostenere chi nel privato volesse investire in cultura. Un’autentica retromarcia della sinistra che fino ad allora aveva visto il male assoluto nella collaborazione fra pubblico e privato per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale delle nostre città d’arte. Ravvedimento totale dunque, ma al solito colpevolmente tardivo. Meglio tardi che mai.

E fu grazie a Ignazio Marino che per il restauro del Mausoleo d’Augusto ai 4,2 milioni stanziati dal Comune e dal Ministero dei Beni Culturali si aggiunsero i 6 milioni della Fondazione Tim. Come si legge nella Relazione storica gli scavi archeologici condotti fin dal 2008 dalla Sovrintendenza comunale hanno consentito di comprendere meglio la tecnica costruttiva del Mausoleo e la sua struttura originaria. In base alla nuova ipotesi costruttiva del tamburo si può immaginare che l’elevato del muro perimetrale fosse molto più alto di quello attuale, più del Pantheon, e che le murature in opera reticolata siano state costruite senza ponteggi ma partendo dal basso, edificando mura concentriche ad anello, contemporaneamente e per fasi di 70 centimetri, scaricando terra all’interno delle concamerazioni che si formavano fra le mura stesse e utilizzando il nuovo piano di calpestio di lavoro che si formava per edificare altri 70 centimetri di muratura. E così via. Le concamerazioni venivano dunque riempite di terra ogni 70 centimetri, livelli successivi di edificazione di cui è rimasta traccia sulle mura, e servivano a sorreggere le mura stesse di un monumento dal diametro eccezionale di 87 metri.

Nei secoli il monumento è stato depredato e dunque alleggerito dai suoi materiali in marmo e travertino, spesso utilizzati per costruire nuovi palazzi nobiliari e dunque le concamerazioni persero gradualmente la loro funzione statica di sostegno e vennero scavate e svuotate ottenendo camere semicircolari nell’anello esterno e di forma trapezoidale verso l’interno, che venivano utilizzate come stanze di una fortezza, ricoveri per tori e e bufale, camerini per gli artisti o camere di un ospizio, a seconda dell’uso che si fece nei secoli del Mausoleo: roccaforte e poi cava di materiali nel Medioevo; giardino all’italiana coltivato a vigneto nel Rinascimento; arena per la corrida di tori e bufale, giostre, tornei, spettacoli teatrali con fuochi d’artificio nel Settecento ai tempi del Grand Tour; e poi ospizio per donne indigenti e fonderia nell’800 e - agli inizi del ‘900 - auditorium per concerti fino al 1936 quando Mussolini fece smantellare la sala per restituire il monumento alla sua originaria e millenaria identità storica nell’ottica della “renovatio imperii” cara al regime fascista.

Il Mausoleo di Augusto è dunque un monumento complesso, esito di una stratificazione costruttiva e funzionale, che lo rende unico nel panorama dell’edilizia antica e soprattutto diversamente fruibile tramite progetti innovativi e moderni anche negli anni a venire, non sussistendo problemi insormontabili di tutela se non per l'involucro archeologico esterno. A mio avviso dovremmo pensare all’interno, ad un progetto di nuovi percorsi espositivi, anche su passaggi sospesi sulle diverse aree. Ma alla riqualificazione del monumento reso oggi possibile dai fondi della Tim, dovrà unirsi la riqualificazione dell’area circostante secondo il progetto di Francesco Cellini, vincitore di un concorso internazionale bandito nel lontano 2006 ma osteggiato a lungo dalle amministrazioni centrali e ora in fase di realizzazione. Questo  progetto di circa 20 milioni di euro stanziati dallo Stato, oltre a realizzare nel versante meridionale il recupero, come abbiamo detto, della piazza rinascimentale ad un livello inferiore rispetto a quello attuale, collegando la città antica a quella moderna, facendo così emergere in altezza il Mausoleo, prevede anche la costruzione di due cordonate gemelle che uniranno la piazza antica e l’ingresso del Mausoleo alla quota superiore della città odierna. Una cordonata condurrà al Tevere, verso la Chiesa di San Rocco e la Teca di Meier che custodisce l’Ara Pacis. L’altra cordonata condurrà verso il lato opposto al Tevere, il Tridente e l'abside di San Carlo al Corso.

Una sistemazione di straordinaria suggestione con le due quote, quella inferiore del Mausoleo con la sua piazza, e quella superiore della città odierna collegate fra loro. E nella quota inferiore di fronte all’ingresso del Mausoleo verranno realizzati l'infopoint, un luogo di ristoro per i visitatori e la biglietteria. Un secondo lotto di lavori prevede invece la sistemazione a verde delle terrazze belvedere, delle rampe e dei giardini con l’esposizione all’aperto dei reperti archeologici rinvenuti durante gli scavi, molti dei quali verranno anche accolti nel museo che nascerà all’interno del monumento. Insomma siamo di fronte ad un progetto di restyling importante, reso possibile da una collaborazione fra il pubblico (comune di Roma e Ministero dei Beni Culturali) e il privato (Fondazione Tim) che  trasformerà piazza Augusto Imperatore e il suo monumento archeologico in uno dei luoghi culturali e turistici più significativi e più eleganti d'Europa e del mondo, anche grazie all'investimento di Bulgari che con l'acquisizione dei palazzi degli anni '30 realizzerà qui un albergo di lusso a due passi dal tridente mediceo, il cuore turistico della Capitale, che nel 2013 ha festeggiato il suo quinto centenario perché il sistema viario via del Corso- via di Ripetta- via del Babuino fu concepito nel 1513 dal primo sovrintendente di Roma, Raffaello, con l'antica Via Lata (via del Corso) e la strada Leonina (via di Ripetta) alle quali si sarebbe aggiunta nel 1525 la via Clementina (via del Babuino) voluta da papa Clemente VII, due anni prima del famigerato Sacco di Roma del 1527. Questa è l’essenza di Roma, una storia densa di bellezza e di memorie. Sarebbe bene esserne tutti ben consapevoli. 

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